Eriksen, parola ai medici: "È un resuscitato. Giocare? Ora ha altre priorità"

"Il primo compito dei collegi di Copenaghen è stato monitorare il cuore dell'atleta. Ora si avvia la fase 2, quella più delicata: capire cosa l'ha scatenata". A parlare è Roberto Corsetti, direttore del Centro Medico B&B di Imola, che ai taccuini del Corriere della Sera prova a fornire un quadro nitido sull'iter che Eriksen dovrà seguire per risalire alla causa del malore accusato nel match tra Danimarca e Finlandia: "Eriksen è vivo per miracolo. Un miracolo reso possibile da un protocollo medico e organizzativo esemplare sul campo, dalla bravura del suo capitano Kjaer, che gli ha spostato la lingua per farlo respirare. Ma anche dalla risposta positiva del suo cuore a massaggio e defibrillazione: non sempre è così, purtroppo. La felicità non deve farci sottovalutare la gravità del fatto: Christian è un resuscitato.
Le cardiopatie congenite più frequenti in grado di provocare aritmie così gravi sono la displasia aritmogena del ventricolo destro, la cardiomiopatia ipertrofica o la sindrome di Brugada".
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