Gattuso-Conte, la sfida del carattere: è la prima volta che si affrontano da allenatori

In campo si sono sfidati tante volte, spesso contendendosi lo stesso pallone, in panchina sarà la prima da avversari: uno di fronte all'altro ma ai margini del campo, senza più dover lottare ma restando guerrieri nell'animo, trasferendo quell'adrenalina alle proprie squadre. Per questo potrebbe essere avvicente il confronto di domani tra Napoli e Inter, specchi di due caratteri forti, figlie di centrocampisti che hanno lottato per diversi anni meritando, col tempo, di raggiungere la vetta del calcio italiano. Allenatori diversi, i due, ognuno con proprie idee, reduci da una gavetta differente, da una carriera che li ha condotti anche lontano dall'Italia ma ora è qui, in Serie A, che per la prima volta si ritroveranno. Una stretta di mano e poi si comincerà.
DERBY. Per Gattuso sarà un derby: ritrova l'Inter dopo averlo sfidato tante volte ma a San Siro, quando vesteva la maglia del Milan, per una partita speciale che oggi rivivrà solo in parte. Il destino, dopo un viaggio breve ma intenso, ha condotto Gattuso al Napoli, un'altra grande esperienza dopo quella di Milano, con una Champions sfiorata appena e quell'impronta "Gattusiana" trasmessa ad una squadra oggi in difficoltà, nonostante interpreti simili e una rosa non troppo distante a quella che Gattuso ha portato al quinto posto dell'ultimo campionato.
MODULI. Conte ha inaugurato la sua carriera sposando il 4-2-4, modulo offensivo ma non troppo, con due esterni alti e una mediana ricca di muscoli. Poi, alla Juve, il passaggio al 3-5-2: anche all'Inter è il modulo delle sue fortune, con due esterni a tutto campo, un regista classico, due interni che s'inseriscono e un attaccante (Lukaku) che segna ma muovendosi anche per gli altri. Gattuso è fedele al 4-3- 3, apprezza gli esterni a piede invertito (Suso, ora Insigne col Napoli) e pretende dai terzini equilibrio, come con Sarri: mai tutti e due oltre la metà campo.
CARATTERE. Oltre schemi e tattica esiste la grinta di due allenatori che in panchina sono rimasti calciatori. Urlano, si sbattono, protestano (ma con garbo) e gesticolano nella speranza di poter arrivare al cuore, non solo alla vista, dei propri calciatori. Vincenti - Gattuso spera di esserlo presto - grazie a quell'impulso da guerrieri che non è mai sfumato, che ha caratterizzato due carriere e ora fa compagnia ad entrambi in questa nuova vita da allenatori che domani per la prima volta torneranno a sfidarsi. Ma sarà solo l'ennesimo incrocio.
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