Il grande paradosso di Ancelotti: come ha fatto a giocare senza un regista?

Non ci sarà mai una bocciatura o una promozione, giocherà chi sarà utile, non (solo) chi l'avrà meritato. Perché Demme e Lobotka sono due giocatori diversi. Hanno caratteristiche distanti. Sono play che Gattuso utilizza a seconda dei casi e degli avversari. Nelle gare in cui c'è da lottare il tedesco si fa preferire, quando il Napoli farà la partita meglio puntare sul talento di Lobotka. Lo sanno anche entrambi che vivono con estrema serenità questo dualismo che può far bene, alimentandone la voglia di esserci sempre. Demme è già un faro, un riferimento, per l'allenatore indispensabile. Lobotka i tifosi stanno cominciando a scoprirlo lentamente, ci vorrà ancora un po' di tempo per rendersi conto del suo calcio e di peculiarità che col Torino - e in altre occasioni - ha lasciato appena intravedere.
IL TEDESCO. Da quando c'è Demme, il Napoli è tornato a vincere senza subire troppi gol. Lo hanno chiamato il normalizzatore del centrocampo per quella sua capacità innata di saper farsi trovare nel posto giusto al momento giusto, invitante scarico per i compagni ma anche filtro a tutela della porta. Demme è la sorpresa di gennaio, il calciatore che mancava e al quale oggi è difficile rinunciare. Gattuso l'ha subito promosso titolare, donandogli le chiavi del centrocampo in gare complicate come quelle con Lazio, Juve, Inter e Barcellona. C'è lui nei big-match, quando c'è da difendere e ripartire, quando il rischio di soffrire è alto e dunque occorre attrezzarsi.
LO SLOVACCO. Lobotka è arte e classe, è un regista atipico, non ha i tempi di gioco di Demme perché è un giocatore di fantasia, uno che può infiammare il pubblico da un momento all'altro. Lo ha fatto col Torino, in area avversaria, con un gioco di gambe che ha sorpreso l'avversario. Sarebbe stato un gol stupendo. Per ora el Lobo si limita al compitino, studia Demme e i suoi movimenti, non vuole tradire la fiducia di Gattuso. Presto comincerà a giocare come sa, dunque a testa alta, rischiando anche la giocata, strappando in verticale, superando gli avversari con la sua falcata fluida.
CHE ERRORE. Una bella fortuna poter contare su due registi di valore, un grande paradosso quello di aver cominciato la stagione, questa, senza nessuno dei due. Assecondando le idee di Ancelotti, il Napoli s'era ritrovato in organico senza play, con tanti interni sacrificati a ruoli che non gli appartenevano. Si spiegavano così le difficoltà tattiche d'inizio stagione. Non è un caso che con l'arrivo di Gattuso e di Demme e Lobotka, il Napoli abbia ritrovato equilibrio e Fabian e Zielinski siano tornati decisivi. Il calcio è una cosa semplice.
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