Se sta in piedi gioca sempre: il titolarissmo di Gattuso

Diego Demme più altri dieci. Sono bastate davvero poche settimane all’ex capitano del Lipsia per conquistare il cuore di Rino Gattuso, così come quelli dei tifosi azzurri che hanno potuto sultare per il suo gol contro la Sampdoria.
La storia di Demme al Napoli è quella di chi ha voglia di bruciare le tappe, perché l’azzurro lo desiderava da troppo tempo e tempo da perdere non ne ha. Così, dopo le prime indicazioni dell’esordio, il centrocampista ha subito preso in mano le chiavi della mediana, diventando riferimento importante per i compagni.
In poche gare, Diego è diventato sostegno delle due fasi azzurre, quell’equilibratore che tanto era mancato nell’era Ancelotti. Capacità di giocare di prima, grande astuzia nel leggere le linee di passaggio avversarie ed una grinta che gli è costata anche qualche cartellino giallo di troppo, fanno dell’ex Lipsia l’uomo ideale per la visione di calcio di Gattuso.
Un Ringhio di nome Demme. Per caratteristiche il numero 4 è quello che più ricorda il Gattuso calciatore, quel mastino in mediana che morde le caviglie dell’avversario e conferisce sicurezza ai compagni. A Genova solo l’influenza lo aveva tenuto fuori dall’undici iniziale, ma Diego ha trovato il modo di essere decisivo anche con il gol, non certo la specialità della casa. La sensazione è che, a meno di problemi fisici o cali di forma, nel Napoli che vedremo da qui a fine stagione ci sarà sempre posto per Diego Demme. L’equilibratore che mancava…
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