Per diventare davvero forti servono rinforzi veri: ma nel Napoli ci sono due mentalità contrapposte. Si è ripartiti da zero, ma c'è solo un modo per non buttare via anche questa stagione

Per diventare davvero forti servono rinforzi veri: ma nel Napoli ci sono due mentalità contrapposte. Si è ripartiti da zero, ma c'è solo un modo per non buttare via anche questa stagione
venerdì 29 novembre 2013, 15:40L'Editoriale
di Giovanni Scotto
Nato il 23 agosto 1978, giornalista professionista ed inviato al seguito del Napoli per il quotidiano "Il Roma". Opinionista per Radio Kiss Kiss Napoli e Radio Marte.

Il Napoli rischia seriamente di uscire dalla Champions, e in campionato è al terzo posto. Siamo, ormai, a dicembre: il bilancio che si può fare oggi è quindi negativo? Assolutamente, anzi. Molti fanno il paragone con la scorsa stagione, quando però gli azzurri giocavano in Europa League. Ora, con la Champions non si sono persi i famosi “10 punti” di cui Mazzarri tanto parlava. Al di là delle sconfitte con Roma e Juventus il Napoli è vicino al primo posto, e in Champions è capitato nel girone più difficile della competizione. Un gruppo più infernale di quello del 2011: anche questa volta si è giocato in tre, perché il Marsiglia, come il Villarreal, non ha fatto neanche un punto. E la squadra di Benitez se l'è vista con Arsenal e Borussia Dortmund, che è un'accoppiata peggiore di Bayern Monaco e Manchester City di due anni fa. Anche solo perché i citizens allora erano di fatto debuttanti nella massima competizione europea, e infatti il Napoli lì si andò a prendere un punto decisivo, cosa che non è riuscita stavolta a Dortmund.

TI RICORDI Il QUINQUIENNO? E il confronto col passato va fatto anche per chi di fronte a queste sconfitte è terrorizzato. Il Napoli di Mazzarri e Cavani, col Matador che ha segnato 104 gol in tre stagioni, ha vinto solo una Coppa Italia. Nei cinque anni di ciclo di Mazzarri, col valore aggiunto di un bomber stratosferico, forse quella coppa è stata pure poco. Basti pensare che Ballardini (giusto per dire un allenatore non a livello di Mazzarri) con la Lazio ha vinto pure lui qualcosa (una Supercoppa italiana), e proprio i biancocelesti negli ultimi cinque anni hanno vinto anche due coppe Italia. E di certo la Lazio, prossima avversaria dei partenopei, non è una società che ha ambizioni importanti. Il Napoli ha sicuramente centrato le due qualificazioni in Champions League, ma nonostante l'egregio lavoro di Mazzarri la squadra andava rafforzata, con un allenatore in grado di portare qui una mentalità internazionale e vincente.

LA PRISA. Benitez è stato un successore più che degno di Mazzarri, e il “panico” scatenato dall'addio di Cavani è stato compensato con l'arrivo di Higuain. Su queste ceneri si è dovuto ricostruire, di fatto, la squadra da zero, anche perché va considerato il nuovo modulo con la difesa a quattro e il cambio di mentalità. Se ci si mette l'imprevisto addio di De Sanctis, la società ha lavorato benissimo nonostante il poco tempo, sostituendo Mazzarri, Cavani e De Sanctis (tre pilastri) con Benitez, Higuain e Reina. In più, è arrivato un nuovo titolare in difesa (Albiol) ed è stato rifatto l'attacco con l'arrivo di Callejon (altra scelta felice) e in parte con Mertens. Sicuramente il lavoro è incompleto: qualche altro titolare dell'era Mazzarri andrebbe messo in discussione con giocatori più forti: Britos, Maggio e Inler, ad esempio. Ma era molto difficile fare tutto questo in una sola sessione di mercato.

LA PAUSA. Quindi un lavoro non finito, perché Benitez ha incrociato le dita sperando che un po' di fortuna aiutasse il suo Napoli in attesa di gennaio. Purtroppo le cose non sono andate benissimo, perché gli infortuni di Zuniga e di Mesto (quest'ultimo lieta scoperta e uovo di Colombo della difesa) hanno lasciato Benitez con una voragine a sinistra, visto che abbiamo capito che Armero non va bene in quel ruolo. Ecco perché il lavoro cominciato in estate andrebbe completato a gennaio, ma questo avverrà? Il fatto è che nel Napoli si scontrano due mentalità: la prima, quella societaria, prevede l'acquisto di giocatori forti, ma di prospettiva, quindi ancora sconosciuti e che hanno bisogno di crescere. I Lavezzi, i Cavani, gli Hamsik e pure i Callejon, per capirsi. Dall'altro lato Rafa Benitez cerca di infilarci qualche idea sua, vale a dire giocatori pronti e già forti. Su Higuain, ad esempio, ha avuto la meglio (il Napoli trattava Damiao) e così anche per Albiol e Reina. La domanda è capire a gennaio quale politica prevarrà. Di sicuro, ad oggi, l'idea è di fare acquisti già “pronti” (Skertel, Mascherano, tanto per fare due nomi) soltanto in estate. Per ora, Antonelli e Gonalons sembrano rientrare nel primo profilo, come volevasi dimostrare. 

QUANTO TEMPO SERVE? Quindi con gennaio alle porte ci si chiede quanto tempo servirà per “rifare” questo Napoli. Bisogna mettere in discussione almeno tre attuali titolari con giocatori più forti, e magari prendere un vice Higuain più convincente di Zapata. In fondo, sarebbero tre acquisti: non sono tanti. E quindi De Laurentiis che ha parlato di “50 milioni da investire” potrebbe fare questo regalo a Benitez e ai tifosi e cambiare faccia alla squadra. Anche se, e non è una difesa per Bigon, fare un mercato di alto profilo a gennaio è molto difficile: sia per i tempi ristretti che per la difficoltà a togliere dei titolari da squadre importanti, che ovviamente non hanno alcuna intenzione di indebolirsi a metà stagione. Se a gennaio non si farà un mercato di alto profilo (come sembra probabile) il rischio è di perdere anche questa stagione, ma del resto i cicli non si inventano in pochi mesi. Se Mazzarri ha avuto bisogno di cinque anni per vincere una Coppa Italia a Benitez servirà sicuramente parecchia “pausa”. La “prisa”, da queste parti, fa più male che altro.