Caso deferimenti, Cannavaro si difende: "Agito in buona fede, nessun illecito sportivo"

Tiene banco il caso deferimenti. Tra gli indagati c'è anche Paolo Cannavaro, che ha parlato cosi come riporta Il Corriere del Mezzogiorno: "«Come se essere amico di qualcuno, prima ancora che questa persona finisse nelle maglie della giustizia, fosse un reato sportivo», netta la sua osservazione. Il difensore napoletano adesso è in Cina con il fratello Fabio, ha in programma il corso per allenatore e la notizia del deferimento arriva come un fulmine a ciel sereno. Si affida all’avvocato Luciano Ruggiero Malagnini e insieme metteranno su la memoria difensiva in vista della prima udienza, consapevole e cosciente di non aver commesso «nessun illecito sportivo».
«Un mio amico aveva una agenzia di scommesse, peraltro avviata anni dopo la nostra conoscenza. E allora, avrei scommesso? Mai fatto». «La prima cosa che ho detto al telefono - aggiunge Cannavaro - era la richiesta della garanzia e della certificazione dell’oggetto prezioso. Non altro. Sicuro di aver fatto ogni cosa in perfetta buona fede».
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