L’editoriale di Chiariello: “Visti Neres e Lang? Con Politano e Elmas bassi come attaccavi..."

L’editoriale di Chiariello: “Visti Neres e Lang? Con Politano e Elmas bassi come attaccavi..."
Oggi alle 23:30Le Interviste
di Antonio Noto

Nel corso di 'Campania Sport' su Canale 21, il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto con il suo consueto editoriale: "“Siamo a capo di una settimana difficile, tra le più difficili che si possano ricordare, parlando ovviamente di calcio e di sport. È stata una settimana che ha visto, dopo le cannonate post- Bologna di Conte, che hanno letteralmente affondato la navicella già nei marosi della squadra, in campo. La sua permanenza a Torino che ha dato la stura a qualsiasi lazione. Quindi questa settimana era il ritorno di Conte nello spogliatoio. ‘Come tornerà Conte? Cosa farà Conte? Cosa dirà Conte? Come la squadra prenderà le parole di Conte? Come sarà il confronto? Usciranno compatti, usciranno rotti?’ Qualcuno aveva perfino detto che la squadra a Bologna ha giocato contro il tecnico. Sciocchezze assolute per farsi a volte. A volte vogliono fare i fenomeni. Qual è la motivazione? Vogliono fare i fenomeni. C'è stato il tema Nazionale. Sono scesi in Italia i vichinghi guidati dal terribile, il temerario, il famoso Haaland. Non è proprio così impossibile riuscire a fermare questo cannoniere di razza. Ha letteralmente tracimato sull'Italia questa Norvegia, che oggi ci sembra una squadra di un altro livello. Una nazione che calcisticamente non ha storia e che avremmo in tempi normali battuto regolarmente. Ci avviamo tremebondi agli spareggi, perché poi giovedì c'è stato il sorteggio e non c'è stato del tutto favorevole. Perché se gli avversari sono assolutamente alla portata, anche se evoca qualcuno tristi ricordi, ahimè ricordi che sono per le generazioni un po' più attempate. Nel 1958 l'Irlanda del Nord ci buttò fuori a Belfast in una partita decisiva 2-1 con l'allenatore Foni che sbagliò tutto di più. Però l'abbiamo in casa ed è una squadra assolutamente abbordabile in semifinale, lo dicevamo anche della Macedonia, però quattro anni fa. Il fatto sta che poi si va in finale, ma tra Galles e Bosnia, due formazioni che se le avessimo affrontate in Italia sarebbero state abbordabilissime, invece affrontate nei loro fortini a Cardiff o in casa della Bosnia diventano partite complicate. Si cerca già di ragionare su stage, calendari eccetera.

Ma tornando alle cose di casa nostra poi c'era l'ostacolo, l'Atalanta che a Napoli evoca sempre pessimi ricordi. L'anno scorso solamente è venuta a vincere 3-0, ma spesso è stata a corsara con Gasperini al Maradona prima San Paolo. Sembrava una di quelle situazioni per cui si potesse sfasciare un ambiente, forse è andata male sarebbe stato l'inizio di una crisi di proporzioni ciclopiche. Invece noi non sappiamo cosa si sono detti nel Sancta Santorum dello spogliatoio, ne sono uscite alcune cose oggettive, io dico solo le risultanze, le chiacchiere e lascio agli altri. La prima cosa è che la squadra ha ottenuto di non andare in ritiro pre-partita, perlomeno in casa, ovviamente in trasferta è obbligata. E questa è una concessione di buon senso, perché questi ragazzi saranno milionari, avranno un sacco di soldi, guadagneranno tanto, ma hanno anche una vita. Sono giovani e non è pensabile che siano sempre fuori casa. Quindi poter tornare in famiglia o tra gli affetti personali prima delle partite, essendo dei professionisti. Conte ha accettato questa richiesta della squadra e questo va benissimo, serve per rasserenare l'ambiente e non creare ulteriori stress. Ma la seconda cosa è che dopo aver detto che nove innesti erano troppi, ahimè seppur necessari, Conte ieri nel post-partita ha detto: ‘Ormai sono 5 mesi che li abbiamo qui e devono essere necessariamente tutti coinvolti’. Questa si chiama rivoluzione a 360 gradi del detto e non detto, perché Conte spesso ti dice una cosa e una settimana dopo un’altra.  Col Como disse ho una squadra di guerrieri, la settimana dopo non siamo una squadra. Lascia un po' perplesso tutto ciò. Adesso ha detto che il rapporto tra lui e la squadra è inossidabile, nessuno lo può scalfire e che lui è un uomo che ci mette la faccia ed è come è, come si presenta e i calciatori lo sanno che è un uomo vero, sincero. Benissimo, se tutto ciò corrisponde a verità non possiamo che prenderne atto con grande soddisfazione.

Fatto sta che ne è uscito fuori un secondo dato da questa settimana di chiarimenti: che i nuovi sono coinvolti. 5 giocatori nuovi nella formazione iniziale non erano mai stati. Milinkovic-Savic, Gutierrez, Hojlund ovviamente, Noa Lang e il quinto era Beukema. 31 milioni spesi al mercato per questo difensore di cui a Bologna i bolognesi non ricordano una partita sbagliata, che sia chiaro. Fatto sta che poi ha rispolverato perfino Neres, molte volte voi dite: ‘Ma che parlate a fare voi giornalisti?’, come se questo mestiere fosse morto oramai. Quando anni e anni fa c'erano polemiche al calore bianco se doveva giocare Mazzola, Rivera, Totti o Del Piero, Pruzzo e Beccalossi non convocati, la stampa aveva un potere enorme. Oggi se uno si permette di criticare il modo di giocare di un allenatore, ‘Ma chi sei tu per contestare uno che fa questo mestiere e che ha vinto tanto?’. Io so che gli allenatori spesso si prendono le fisime. In generale, io ricordo che il buon Emanuele Calaiò faceva parte di una squadra in Serie B del Napoli, dove era alla guida un signore che stimavo tantissimo, un uomo di livello alto Eddy Reja, e io in sala stampa lo tempestavo dicendo: ‘Perché non fai giocare il Pampa Sosa con Emanuele Calaiò?’. La strana coppia la chiamò, ci mise parecchio per decidere di farli giocare insieme. Poi si accorse che funzionavano alla grande, che erano perfetti per giocare insieme, il Napoli vinse il campionato e mi disse poi in separata sede: ‘Lei aveva ragione, in realtà non era così strana quella coppia’. ‘Lo vede mister, che a volte anche noi possiamo servire a qualcosa?’.

Che Conte non avesse mai preso in considerazione l'ipotesi di far giocare Neres e Lang al fianco dell'attaccante centrale, era una cosa che a me non scendeva proprio. Perché non è solo un problema di cuore, di gambe, è un problema di uomini e di caratteristiche. Ma se tu giochi con Politano che gioca fondamentalmente da quinto, fa l'esterno basso e poco l'esterno alto, ed Elmas che è un centrocampista che a sinistra ti gioca a difendere su Holm, mi dici come l'attacchi la squadra avversaria? Se lasci le praterie tra il povero Hojlund, che si sbatte contro tutto e contro tutti. Ed è fortissimo e nessuno che lo accompagna, nessuno che riempie l'aria, è una questione di caratteristiche oltre che di sistemi di gioco e di evidenza solare. Solo che non si parla mai di calcio, ma dei nemici, del rumore dei nemici, dei rapporti, del cuore, delle gambe, della testa. Di tutto di più, ma mai di calcio. Ieri abbiamo visto calcio, perché? Perché Napoli ha accompagnato l'azione con gente rapida, con gente che c'ha all'uno contro uno, con gente che c'ha tecnica. Il primo tempo è stato bellissimo, brillante. E guarda caso dopo un anno sono tornati i gol degli esterni, è un solo un caso? Non è un caso. Ora io non vorrei che questa fosse la rondine che non fa Primavera. Perché poi in conclusione del ragionamento c'è da dire anche che, il Napoli dopo la scoppola di Eindhoven reagì. Dopo la riunione di spogliatoio, 3-1, sempre 3-1. Batté l'Inter con gol strepitosi di McTominay e di Anguissa. Però dopo il percorso successivo non lo è stato affatto così strepitoso. Il Napoli ha reagito a Bologna? Sì, ancora un 3-1, perfetto. Ma adesso c'è un percorso da fare. E domenica c'è uno scontro di quelli tosti, perché si va a Roma all'Olimpico contro la capolista momentanea, che è la Roma, che però pur senza attaccanti sta lì in vetta con un nocchiero sicuro. E si comincia con gli scontri diretti e qua si parrà ulteriormente la nobilità di Conte. Avrà il coraggio di rimettere in campo un 3-4-3, 3-4-2-1? Fate come vi pare, è un problema di fasce, di half spaces, a seconda di come si muovono gli esterni d'attacco. Ma alla fine della giostra il Napoli ripeterà una formazione coraggiosa, ma non squilibrata come quella che abbiamo visto ieri in campo? Tutto qui, se Conte mostra di avere coraggio, perché deve eliminare dalla sua testa il retropensiero che l'equilibrio difensivo è l'unica cosa che conta, bisogna pensare che questo Napoli è tornato. Prima col Qarabag ovviamente, e poi a Roma ad essere una squadra competitiva. La settimana si è chiusa con il rinvio a giudizio di De Laurentiis e Chiavelli, che era una cosa scontata, perché i GUP normalmente non smentiscono mai i PM, l'errore sta a monte, ma questo è un altro discorso”.