È la vera delusione della prima parte di stagione?

“È una caratteristica propria del nostro spirito immaginare disordine e oscurità là dove non sappiamo nulla di certo”. Tempesta e impeto, dubbi e paure: Fabiàn come il Werther di Goethe: i dolori del giovane craque.
Che strana la prima parte di stagione dello spagnolo, astro nascente del calcio mondiale al punto di meritarsi il premio di MVP agli europei Under21 del 2019, infilatosi in un piccolo vicolo cieco, una strada che ha un’uscita segreta, che solo lui può trovare.
Difficoltà tattiche, magari qualche sirena di troppo per la testa diversa da Partenope, ed un’incapacità di trasferire nei fatti tutto il talento di cui madre natura lo ha dotato. In molte uscite è parso estraneo alla vicenda, un cavaliere che non ha una battaglia da combattere, che fluttua sospeso tra il vorrei e il non posso.
Lo spagnolo ha armi che possono risultare utili, fondamentali, soprattutto in certe gare. Napoli e Gattuso hanno bisogno di quel mancino, del suo mancino. C’è da mettere da parte questi dolori giovanili e tornare ad essere craque.
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