Il Roma - Pienone al San Paolo, ma non basta: fa festa solo il Lecce (e i tifosi ironizzano)

Epilogo a sorpresa, al San Paolo, in un pomeriggio dov'era previsto sole ma che, invece, conosce le nuvole
La festa è solo dei tifosi del Lecce: non sono tanti ma si fanno sentire, ironizzano civilmente, intonano "O Surdato Nnammurato" ricevendo i fischi dei delusi sostenitori azzurri. Epilogo a sorpresa, al San Paolo, in un pomeriggio dov'era previsto sole ma che, invece, conosce le nuvole, si fa buio per una sconfitta inaspettata. Finisce 3-2 per il Lecce, è stato un match spettacolare, non sono mancate le emozioni, ma la beffa è enorme e sarà dura da digerire, è ancora difficile da accettare. Succede tutto in novanta minuti entusiasmanti, non c'è un attimo di tregua, la partita vive varie fasi e in ognuna il San Paolo si fa protagonista, diventa altro, non solo uno stadio, nonostante le curve silenziose.
ENTUSIASMO. Cancelli aperti dalle ore dodici per seminare il traffico ed evitare il caos nell'ora del ragù. L'invito della società viene accolto dai tifosi, se ne presentano in 40.825, approfittano dei prezzi bassi e, soprattutto, del loro orario preferito, le quindici, quello che riporta ad un calcio che non c'è più. Il San Paolo si colora subito, il sole bacia gli spalti che si riempiono lentamente, ma senza sosta, dalle tribune alla curva, coi distinti (quelli inferiori) affollato di bambini felici per una domenica, la loro, dal sapore speciale. C'è stato il pubblico delle grandi occasioni, finalmente, dopo mesi di proteste, vuoti, di quel silenzio assordante che anche la squadra ha avvertito e subito. Dalla Lazio in poi il San Paolo è tornato a riempirsi e i numeri lo confermano.
ATMOSFERA. C'è tanta gente ma i tifosi non si fanno sentire, non tutti, ad esempio la Curva B non canta, si fanno sentire soprattutto i più piccoli che nei distinti si divertono, soffrono ed esultano, incitano la squadra nella speranza di un pareggio che non arriverà. I primi minuti sono entusiasmanti, il Napoli domina anche grazie al sostegno del pubblico, poi quell'adrenalina scompare, entra in campo - sul serio - anche il Lecce e il San Paolo si fa tiepido, nonostante ci sia il pienone e un colpo d'occhio che mancava da tempo. Nella ripresa succede di tutto e di più: quattro gol, le reti di Milik e Callejon, la sensazione di poter festeggiare l'ennesima vittoria, la terza in casa, e poi ciò che non ti aspetti. Per questo, al novantesimo, fanno festa solo i pugliesi. Molti tifosi del Napoli, d'altronde, avevano abbandonato lo stadio già sul 3-1, delusi e sconsolati. Ma ci sarà tempo e modo per rifarsi.
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