Ti lascio un Post-it - Il nuovo motto dello spogliatoio, la carezza nel pugno di Chiellini, la condanna di Rog e la lezione che arriva dagli 1-0

20.02.2018 18:57 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
Ti lascio un Post-it - Il nuovo motto dello spogliatoio, la carezza nel pugno di Chiellini, la condanna di Rog e la lezione che arriva dagli 1-0
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© foto di Insidefoto/Image Sport

(di Arturo Minervini) - Martedì è un giorno complesso, i postumi del fine settimana, le chiacchiere del lunedì. C’è il rischio che qualcosa ci sfugga, meglio fissare gli eventi più importanti. Come? Semplicemente con un POST-IT…

Cinici sporchi e cattivi: ma comunque non va mai bene

Bello ma non cattivo. Brillante ma poco cinico. Ne avete sentite di tutti i colori sul Napoli, che alla fine pare non andare mai bene a qualcuno. Perché vincere si, ma bisogna anche essere pratici. Vinci 1-0 con la Spal, senza che l’avversario praticamente passi la meta campo. Crei tanto, sprechi ancora di più. Sicuramente si poteva chiudere prima il match, ma la vittoria degli azzurri non è mai stata messa in discussione. La verità è che l’1-0 contro la squadra di Semplici è un ulteriore segnale di crescita mentale, della capacità di gestione del momento che è marchio di fabbrica delle squadre vincenti. Non tutti i mali vengono per nuocere.

Una carezza in un pugno: Chiellini come Celentano

Abbiamo sbagliato tutti. O meglio, non abbiamo compreso al meglio la dinamica di quanto accaduto nel derby di Torino. Ci siamo permessi di accusare Chiellini per il colpo sferrato in pieno volto a Belotti, chiedendo la prova tv e la squalifica per tre turni per condotta violenta. Evidentemente abbiamo visto male, sarà stato Belotti a puntare dritto alla mano del bianconero. Questa è l’unica spiegazione al fatto che il Giudice Sportivo non abbia nemmeno preso in considerazione l’episodio, con Chiellini che sarà dunque regolarmente in campo nella prossima partita della Juve. Che sbadati che siamo…

Finalmente Arek, ora bisogna scacciare la paura

Manca poco, pochissimo. Davanti agli occhi la luce alla fine di un doppio tunnel. Nel cuore qualche paura, tipica di chi è stato giù punito dalla sfortuna più di una volta. Milik è un giocatore pienamente recuperato sul piano fisico, pronto a fornire una variante tattica importante a Sarri a gara in corso. Sia per l’abilità nel gioco aereo, sia perché con lui si potrà utilizzare quel 4-2-3-1 che il tecnico stava sperimentando nelle gare che si faticava a sbloccare. I ricordi con tempo si sbiadiscono, diventano tracce oscurate dai giorni che scorrono veloci. Arek però è un campione, un potenziale fenomeno. Lo stava dimostrando nel suo primo periodo a Napoli, dimenticarlo sarebbe irrispettoso per questo ragazzo che si è sempre allenato al massimo per tornare il prima possibile. Siamo tutti con te.

La sfortuna di essere Marko Rog con questo Allan

Meritava più spazio. Lo ha detto anche espressamente Maurizio Sarri, che tanto apprezza le sue caratteristiche. Sul minutaggio di Marko Rog ha però inciso in maniera determinante la crescita esponenziale di Allan, diventano elemento insostituibile nello scacchiere azzurro. Devastante il rendimento del brasiliano, capace di incidere come mai prima in carriera in entrambe le fasi del gioco. Impossibile fare a meno di lui, ma questo non deve sminuire il supporto di Rog alla causa: per lui tanti spezzoni e 29 gettoni in stagione. Arriverà anche il momento della sua esplosione.

Dare tutto è l’unica cosa che conta

C’è sincerità nelle parole degli azzurri che raccontano il sogno scudetto. Una voglia reale, profonda, vibrante di regalare a questa città qualcosa che aspetta da troppo tempo. Prima Lorenzo Insigne, poi Raul Albiol, hanno camminato sul filo sottile dei sogni parlando della possibilità di raggiungere lo scudetto. “Dare tutto è l’unica cosa che conta”, questo potrebbe essere il nuovo slogan che accompagna questa campagna azzurra. Perché vincere dipende da fattori anche esterni, che spesso non tutti possono controllare. La vera vittoria è chiedere a te stesso il meglio che puoi. A prescindere.