Calciopoli, Ancelotti: "Defraudato da circostanze strane..."

Calciopoli, Ancelotti: "Defraudato da circostanze strane..."
martedì 11 maggio 2010, 18:13Notizie
di Redazione Tutto Napoli.net
fonte dal nostro inviato al Tribunale di Napoli - Dino Viola
Vignaroli su Lecce-Parma: "De Santis mi disse 'Questa non la vincete'"

Sono le 10.05 quando inizia la settima udienza del processo Calciopoli nell’aula 216 del tribunale di Napoli: presenti gli ex arbitri Massimo De Santis, Paolo Bertini e l’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo. Alta era l’attenzione mediatica per questa udienza: erano previsti tra i teste Roberto Mancini, allenatore del Manchester City, Carlo Ancelotti, allenatore del Chelsea e i meno noti Fabio Vignaroli e il maresciallo Di Laroni. L’ex allenatore dell’Inter ha fatto pervenire una comunicazione nella quale informa della sua assenza trovandosi all’estero per motivi di lavoro, assicurando però la propria presenza nella successiva udienza fissata per il 25 di maggio. Luciano Moggi è entrato in aula con quarto d’ora di ritardo, ma giusto in tempo per ascoltare le richieste del pm Giuseppe Narducci: la trascrizione di settantotto telefonate inedite. Secondo il pm queste intercettazioni sono di notevole rilievo per il processo e riguardano Moggi, Mazzini e Pairetto nei periodi di agosto 2004 e da febbraio al maggio 2005. Inoltre, ha citato delle dichiarazioni dello stesso Moggi durante la trasmissione “Matrix” del 4 maggio 2010, durante la quale l’ex dg della Juventus ammette di aver comprato e poi ceduto schede telefoniche ai signori Bergamo, Pairetto e Paparesta. L’accusa ha quindi chiesto l’acquisizione del filmato e di prendere come confessione la dichiarazione. La risposta non si è fatta attendere, così i legali di Moggi hanno chiesto la trascrizione di quarantadue intercettazioni mentre gli avvocati di Pairetto ne hanno chiesto altre trenta.
Ancelotti, arrivato alle 12.26, ha risposto alle domande del pm Narducci e degli avvocati difensori, che riguardavano sia il periodo in cui allenava la Juventus sia gli anni in cui sedeva sulla panchina del Milan. Siena-Milan del 2004, il rapporto con Meani, i calendari, Moggi e De Santis sono stati i temi centrali dell’intervento dell’ex allenatore del Milan. “Siena-Milan del 2004 la ricordo. Perdemmo 2-1 e l'arbitro era Collina. Ci fu un episodio sfavorevole per un fuorigioco inesistente e annullò un gol di Sheva su segnalazione dell’assistente Baglioni. Ne parlai con l’addetto agli arbitri il signor Meani. Mi sfogai ritenendo che quella decisone fosse frutto di una premeditata scelta, dicendo che Baglioni era stato mandato da Moggi”.
Chi decideva le designazioni o chi stilava il calendario? “Non ho mai detto a Meani che Moggi mi diceva il giovedì gli arbitri della domenica né che stilava il calendario. Dissi solo che avevo la sensazione che Moggi avesse un rapporto privilegiato con De Santis”. Cosa successe negli spogliatoi dopo un Milan-Juve? “Non posso dire di aver visto Moggi nello spogliatoio dell’arbitro De Santis. Questo è un episodio che mi è stato riferito da Rino Gattuso alla fine di un Milan-Juve”.In passato il tecnico ha fatto riferimento anche ad altri strani episodi, oggi confermati come l’ammonizione di Maldini, diffidato, in un Lecce-Milan che precedeva un derby importante nella lotta allo scudetto con la Juve. Ha così concluso:“L’ammonizione di Maldini ci sembrava esagerata, anzi proprio voluta. Questo episodio come quello di Siena, in quell’anno ci fecero sentire defraudati del titolo”.



E’ giunto poi il momento delle dichiarazioni di un altro teste, il maresciallo Di Laroni, apparso alquanto teso, che ha condotto l’indagine tecnica dall’ottobre 2004 a giugno 2005: “Ci siamo resi conto che alcuni soggetti sottoposti ad intercettazione avevano creato una loro rete, soprattutto tra Moggi e i due designatori. Nel febbraio 2005, dall'utenza di casa di Bergamo partiva una chiamata in direzione di una utenza internazionale, che era svizzera. Quindi abbiamo acquisito i tabulati di questa utenza svizzera e abbiamo visti che era intestata a De Cillis Armando. All'esito dell'indagine il figlio di De Cillis Armando si reca dai carabinieri di Como e dichiara di aver venduto nove sim a Moggi. Da queste utenze rilevammo contatti con altre utenza nazionali ed estere, tra cui una sim del De Santis. Dai tabulati e dagli spostamenti del De Santis capimmo che l’utenza in questione era sua: ad esempio nel periodo in cui vi era il raduno degli arbitri a Coverciano oppure a seconda delle città in cui andava ad arbitrare” . La difesa De Santis, l’avvocato Gallinelli, ha criticato le modalità di indagine del maresciallo sostenendo di non aver attuato le giuste verifiche sul traffico telefonico, per ottenere la certezza degli spostamenti dell’ex arbitro. In particolare in coincidenza di incontri di calcio del 2005 che secondo l’accusa, desterebbero qualche sospetto, ovviamente dirette da Massimo De Santis: Fiorentina-Milan, Livorno-Siena, Inter-Juve, Inter-Milan e Brescia-Messina. L’avvocato Gallinelli ha poi cercato di smontare i risultati dell’indagine tecnica, sostenendo che nel periodo preso in esame da Di Laroni, il suo assistito stesse frequentando un corso a Roma per commissari di polizia penitenziaria.

L’ultimo teste è stato Fabio Vignaroli, ex attaccante di Modena e Parma, il quale ha chiarito un episodio che riguardava la partita Lecce-Parma 3-3 del campionato 2004-2005. “Era una partita importante, avevamo molti diffidati e ci giocavamo la permanenza in serie A. Dopo soli pochi minuti avemmo tre cartellini gialli indirizzati verso giocatori diffidati. Entrai nel secondo tempo e sul 3-3 ci fu l’espulsione di Contini. Mi lamentai con De Santis dicendo che avevamo subito dei torti in quell'incontro e che eravamo andati lì per vincere. Lui, col fischietto in bocca mi disse “Questa non la vincete”.
La prossima udienza è fissata per il 25 maggio.