Il Napoli ha ritrovato certezze, ma con il Qarabag passa il destino europeo
La nuova stagione del Napoli è cominciata con aspettative elevate e un livello di pressione coerente con le prospettive costruite sul mercato estivo. Le quote calcio ante-stagione, infatti, inserivano il club partenopeo tra i principali candidati per lo scudetto, ma non certo come favorito assoluto: la percezione del mercato era quella di una squadra forte, con motivazione e struttura, ma che avrebbe dovuto dimostrare continuità su più fronti. Conte e il suo gruppo hanno dovuto convivere sin da subito con una lunga serie di infortuni, che ha condizionato scelte, rotazioni e possibilità di gestione. Eppure, nonostante l’emergenza e qualche scivolone, la squadra ha ripreso corsa, ritmo e identità, trovando nell’ultimo periodo un punto di ripartenza solido, sia dal punto di vista tattico che mentale.
Voci incontrollate smentite dai fatti
La settimana post-Bologna è stata dominata da voci incontrollate: si è parlato di una presunta rottura interna, di un Conte pronto a lasciare e di uno spogliatoio diviso. Ricostruzioni che l’ambiente stesso ha smentito nei fatti. L’allenatore non ha mai perso il comando, ha rimesso a fuoco le priorità e il percorso tecnico. Il suo rientro nel quotidiano del gruppo è stato immediato e deciso, e la risposta della squadra sul campo contro l’Atalanta ne è stata la prova. La prestazione del primo tempo ha restituito un Napoli autoritario, capace di soverchiare l’avversario e costringerlo sulla difensiva, imponendo ritmo, intensità e presenza fisica. Un segnale forte, che ha chiarito che la guida è salda e che la squadra segue le sue indicazioni.
Cambio tattica: due esterni veri e un pressing più alto
Una delle scelte più attese era la possibilità di vedere due esterni d'attacco puri contemporaneamente. Conte, solitamente attento all’equilibrio, ha scelto di rompere gli schemi e di affidarsi alla freschezza e all’estro di Lang e Neres. L’intuizione ha pagato: maggiore ampiezza, più imprevedibilità e un contributo offensivo che ha finalmente scardinato la staticità delle ultime uscite. Politano, elemento prezioso per sacrificio e disciplina, è stato gestito con equilibrio, senza più considerarlo imprescindibile in ogni minuto. La squadra ne ha tratto beneficio, liberando soluzioni alternative in fase offensiva e riducendo prevedibilità nella costruzione.
Il ritorno al gol e l’impatto della “strana coppia”
Dopo il lungo digiuno realizzativo degli attaccanti, il Napoli ha ritrovato finalmente la via della rete. Contro l’Atalanta, in appena 45 minuti, sono arrivati tre gol che hanno scacciato i dubbi delle gare precedenti. Lang ha colto l’attimo con una zampata da attaccante vero, mentre Neres ha mostrato lampi di talento che ricordano i suoi momenti migliori all’Ajax. La loro intesa, in campo e fuori, ha alimentato un entusiasmo nuovo: si cercano, si completano, comunicano con naturalezza. E ora è diventata una delle carte più interessanti nel mazzo di Conte. Il tecnico lo sa e ha invitato alla prudenza, ricordando che Neres non è una novità, ma ha apprezzato la reazione e la qualità mostrata da entrambi.
Difesa a fuoco dopo Eindhoven
Dopo l’incubo di Eindhoven, la squadra si è ricompattata. Beukema, rimasto ai margini per diverse settimane, ha lavorato in silenzio per riconquistare fiducia e spazio. La sua prestazione con l’Atalanta ha mostrato solidità e spirito di squadra, come dimostrato dal supporto immediato offerto a Lucca nel finale, quando il giovane attaccante sembrava destabilizzato dai brusii del pubblico. È un segnale importante: Conte ritrova calciatori pronti, motivati e coinvolti, in un contesto che ha bisogno di energie fresche per affrontare una fase della stagione ancora ricca di insidie.
Il fortino Maradona e la spinta dei tifosi
Nelle ultime uscite casalinghe, il Napoli ha costruito un rendimento di altissimo livello: sedici punti in sei gare al Maradona, il miglior ruolino della Serie A. Casa è tornata ad essere un luogo di certezze e accelerazioni, fondamentale per una squadra che ha ancora diverse assenze di peso. Oggi contro il Qarabag, servirà la stessa energia: una notte europea in cui il sostegno dei tifosi può incidere come un dodicesimo uomo.
Emergenza infortuni e prossimi rientri
L’infermeria resta affollata: mancano ancora Lukaku, De Bruyne, Anguissa, Meret, Spinazzola, Gilmour, Mazzocchi e Marianucci. Conte sa che recuperare almeno alcuni di questi elementi potrà fare la differenza. Lukaku spera di rientrare già per la trasferta di Roma, ma sarà decisiva la verifica dei prossimi giorni. Gilmour e Spinazzola restano più indietro, mentre gli altri non saranno disponibili prima del 2026. La gestione della fatica resta un nodo critico, ma lo staff medico intravede una riduzione dell’emergenza.
Napoli-Qarabag è già una sfida che pesa
La gara valevole per la quinta giornata di Champions League arriva in un momento in cui il margine d’errore è praticamente azzerato: la classifica obbliga a vincere, ma ancor più lo fanno le settimane di tensione vissute dal gruppo. La vittoria contro l’Atalanta ha restituito ossigeno e fiducia, ma non può bastare per dissipare del tutto le nubi che hanno accompagnato le polemiche recenti. Per Conte e per i suoi, è l’occasione per confermare che la reazione vista in campionato non è stata un episodio, ma l’inizio di un percorso più stabile.
Il Qarabag, avversario senza grande tradizione ma capace di interpretare con ordine e coraggio le serate europee, rappresenta un insidia da non sottovalutare. Il Napoli dovrà mettere in campo qualità, ritmo e concentrazione per evitare scivoloni che comprometterebbero il cammino continentale. E lo dovrà fare in una notte particolare: al Maradona, nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Diego, quando l’ambiente si aspetta una prestazione all’altezza della storia e dell’identità del club.
Per i campioni d’Italia non esistono alternative: servono i tre punti per restare aggrappati alla Champions e, soprattutto, per mostrare che la squadra sta ritrovando continuità e consapevolezza. Il destino europeo del Napoli passa da questa serata. E questa volta, più che mai, è nelle mani degli azzurri.
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