Palmeri: "Allegri ha l'impunità, ogni lite è accettata! Nessun media censura..."
Sarà stato forse per distogliere l’attenzione da un evidente limite tattico, di cui Allegri è responsabile nonostante l’ottimo lavoro che comunque sta facendo, però quello che è successo a Riyad tra lui e Oriali è l’ultima di una galleria che dimostra l’impunità di allenatore rossonero, lo scrive in un editoriale per Sportitalia il giornalista Tancredi Palmeri: "Dove per impunità non si intende mancate espulsioni e squalifiche: quelle Allegri le riceve, e certo non è che serva il plotone di esecuzione.
Impunita nello spostare il limite sempre più in là. Non sta a me fare il censore morale: Allegri con Oriali ha indubbiamente passato il limite pur trattandosi di cose di campo, riceverà una sanzione quale che sia e a posto così, senza troppo da aggiungere. Ma il punto è quel sentirsi impuniti nello spostare il limite sempre più in là, perché tanto qualsiasi manifestazione viene derubricata a effervescenza folcloristica. Liti di campo, escandescenze, tutto fa parte del pacchetto. Se sbaglia paga, e finita là. E non ci sarebbe nulla da dire.
Se non fosse che in questa normalizzazione dell’eccesso, in questo “per la vittoria tutto è giustificato”, l’episodio davvero grave sia successo qualche settimana fa in Milan-Lazio. Allegri, in occasione del rigore non rigore all’ultimissimo di Pavlovic, accusò l’arbitro Collu di combinare sempre casini. Prese espulsione e squalifica e fine.
E allora cosa c’è da aggiungere, dove sarebbe l’impunità? Nella modalità, nella libertà moralmente inaccettabile che Allegri si prese di andare a puntare l’arbitro mentre si recava al monitor Var, per influenzarlo psicologicamente nella scelta che stava per prendere, per riversargli lo stadio contro. Dice: ma lo fanno tutti! E no, questa qui in particolare no. Fino ad adesso nessuno aveva mai violato quella zona franca di una trentina di secondi in cui l’arbitro va al monitor o in quei due minuti in cui fa il review. Può esserci uno sbracciarsi, un “ma no che fai” mentre l’arbitro passa, ma nessuno ha fatto come Allegri che è entrato pesantemente nella serenità del processo decisionale.
Un atto di intimidazione psicologica che non è stato minimamente censurato dai media, ben più grave delle parole offensive in sé. E per questo, nello spostare il confine più in là, Allegri si muove nell’impunità".
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