Serie A, ci saranno partite in chiaro? Diritti TV, come funziona il nuovo bando "matrioska"
"È il bando più complicato di sempre, ma puntiamo a ottenere il risultato migliore di sempre". Nella giornata di oggi, l'assemblea dei club di Lega Serie A ha approvato all'unanimità il bando per i diritti TV del prossimo ciclo, come ha spiegato in conferenza stampa l'amministratore delegato Luigi De Siervo, l'obiettivo è arrivare alla pubblicazione entro la prossima settimana, possibilmente entro la prossima assemblea del 24 maggio.
Quanto varrà il nuovo ciclo dei diritti TV? La grande novità è proprio legata alla durata temporale: per la prima volta, questo bando copre un periodo che può arrivare fino ai cinque anni. Un'eventualità che influenzerà, secondo le valutazioni di via Rosellini, anche il ritorno economico. Il prezzo minimo complessivo è stato stabilito nella misura di 1,2 miliardi di euro all'anno: al di sopra questa cifra, come vedremo la Lega Serie A non potrà rifiutare offerte, per evitare un eccessivo ricorso al leverage. Questo prezzo è però destinato ad aumentare in misura proporzionale all'aumentare della durata economica dell'accordo: +10 per cento per i quattro anni, +20 per cento sui cinque. In altre parole, se il mercato privilegerà i tre anni, la cifra minima attesa dalla Lega è di 3,6 miliardi di euro (tre anni fa era di 3,45), se si arriverà a quattro anni salirà a 7,2 miliardi di euro, in caso di cinque anni si arriverà a 6,6 miliardi di euro.
Bando matrioska. Le tre strade della Serie A. Il bando, prevede tre percorsi progressivi, tanto che De Siervo ha parlato di "bando matrioska", sottolineandone la grande personalizzazione. I tre gruppi rappresentano i tre percorsi di vendita: diretta, tramite intermediario indipendente e attraverso il canale della Lega. Che seguirà questo percorso come fosse una strada: si partirà dalla vendita diretta e, se il risultato non sarà ritenuto soddisfacente dai club, si passerà alla fase a intermediario indipendente, ma a quel punto non si potrà tornare indietro. A meno, ovviamente, di non far "ripartire il giro" con un nuovo bando, nel caso che la soluzione del canale, quella a cui probabilmente si punta davvero, non convinca.
La "prima matrioska". Il gruppo di pacchetti più complesso è evidentemente il primo, che ne comprende otto, con diversi tipi di combinazione. Per comodità, li andiamo a elencare:
1. 10+3+3: è il pacchetto attuale, 10 gare in co-esclusiva (attualmente Dazn), 3 in co-esclusiva sul digitale (Sky) e 3 in co-esclusiva in streaming (SkyGo;
2. 6+3 non esclusive+3 disponibili anche in chiaro: sei gare sono affidate in esclusiva a un broadcaster, tre in co-esclusiva, una singola gara per giornata che potrebbe essere distribuita anche in chiaro;
3. 9+1: la soluzione che spinge sull'esclusiva in maniera più decisa. Nove gare per giornata andrebbero a un solo broadcaster, mentre l'ultima, che sarebbe la seconda scelta settimanale (il sabato sera) andrebbe a un altro soggetto e potrebbe andare anche in chiaro. È l'unica soluzione disponibile esclusivamente con un accordo triennale;
4. 8+2: otto gare in esclusiva a un'emittente e due (il sabato sera e una gara della domenica pomeriggio) in esclusiva all'altra. Questa è invece l'unica soluzione non percorribile con un accordo da tre anni, ma soltanto su quattro o cinque anni;
5. 7+3: sette gare in esclusiva su un'emittente e tre sull'altra;
6. 35+3: è quello che De Siervo, con qualche scetticismo, ha definito il modello spagnolo. Per 35 giornate di campionato, vengono vendute cinque gare a un'emittente e cinque all'altra. Tre giornate, tendenzialmente identificate con date cruciali (per esempio Natale, Black Friday e San Valentino), vengono invece assegnate per intero a un unico soggetto (è la soluzione che sarebbe più gradita ad Amazon);
7. 10+10: co-esclusiva piena. Ogni giornata è interamente disponibile su due emittenti;
8. 9+9+1: una co-esclusiva alterata. Ogni giornata è interamente disponibile su due emittenti, tranne una gara venduta a un terzo soggetto, che potrà distribuirla anche in chiaro.
E se la vendita diretta non va bene? Gli otto pacchetti sin qui illustrati rappresentano le diverse combinazioni realizzabili all'interno delle trattative private, la prima fase del bando. Se il risultato raggiunto non dovesse essere soddisfacente, la Lega Serie A passerebbe (ricordiamo, senza possibilità di tornare indietro senza un nuovo bando) alla vendita attraverso intermediario indipendente, soluzione adottata per esempio nel triennio 2018-2021 con Mediapro e che al momento non trova grandissimo apprezzamento. La terza via, infine, rappresenta quello che nelle stanze della Lega Serie A molti giudicano il futuro: il canale della Lega. In questo caso, il passaggio implicherebbe un progetto decennale, ma sostanzialmente si svolterebbe verso un'altra era: la Lega produrrebbe il proprio canale e lo distribuirebbe attraverso un partner finanziario - che potrebbe essere anche uno dei fondi interessati - che lo vada poi a "piazzare" sul mercato. I piani di via Rosellini, per chiudere, sono ambiziosi anche relativamente ai tempi: l'obiettivo è chiudere questo bando entro i primi di luglio, in un modo o nell'altro.
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