Reja rivela: "Sosa mi odiava perché giocava poco, col tempo ha capito..."

Reja rivela: "Sosa mi odiava perché giocava poco, col tempo ha capito..."TuttoNapoli.net
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 10 giugno 2020, 23:30Le Interviste
di Redazione Tutto Napoli.net
A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” è intervenuto Edy Reja, commissario tecnico della nazionale albanese

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” è intervenuto Edy Reja, commissario tecnico della nazionale albanese, per ricordare la promozione di 13 anni fa: “Genoa-Napoli? La ricordo bene. Sono passati 13 anni ma tali ricordi sono sempre presenti, impossibile cancellarli. Probabilmente è stato il momento più emozionante della mia carriera. Addirittura non riuscivamo a uscire dall’aeroporto per quanta gente ci attendeva. Non potrò mai dimenticare, arrivammo a Piazza del Plebiscito dopo 2 ore! Aspettavamo anche i risultati di Mantova e Piacenza, non c’era niente di sicuro fino all’ultimo, poi fu una grande festa. Prima della gara i tifosi delle due squadre andavano a braccetto allo stadio, mai vista una cosa così. Poi il risultato finale è stato straordinario.

Il potenziale della società e il pubblico meritano queste soddisfazioni. Non è mai stato sbagliato un anno da allora. Manca la ciliegina dello Scudetto o qualche finale europea però non ci si può lamentare, non si è mai sbagliato un anno da allora. Partendo dalla C nel giro di pochi anni arrivammo in Europa. C’è stata una crescita straordinaria, merito della società, dei tecnici e del gruppo. Con l’affetto del tifo era facile: in Serie C facemmo 65.000 spettatori, i tifosi ti fanno correre anche se non vuoi.

Rapporto con il Napoli e gli ex giocatori? Anche con il Pocho ci siamo sentiti quest’estate, Hamsik poi era proprio il mio figlioccio, arrivò che era un ragazzino, ho ricordi bellissimi. In quegli anni lì abbiamo fatto bene, se non fai risultati qualche dispiacere resta ma noi in 4-5 anni abbiamo sempre vinto dalla C alla A. Pertanto è rimasto affetto anche con Sosa, per esempio, che giocava poco ma determinava le partite nel finale. Prima mi odiava però poi, quando ci siamo ritrovati, disse che avevo ragione io. Per un tecnico non è facile fare scelte, diventando allenatore lo ha capito pure lui".