Focus

“De Bruyne è un problema”, ma il punto è la sua posizione. E quel precedente con Kvara

“De Bruyne è un problema”, ma il punto è la sua posizione. E quel precedente con KvaraTuttoNapoli.net
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 12:20Notizie
di Davide Baratto

“De Bruyne è il problema del Napoli”, è la frase più gettonata nell’ambiente azzurro dopo la partita contro il Milan. Un’espressione ribadita da chi si aspettava un impatto più travolgente del belga sulla Serie A e sulla squadra, ma anche di chi non vedeva l’ora di puntare il dito contro un campione, screditandone l’acquisto estivo. Ma prima di muovere certe accuse, serve chiarezza: in che modo De Bruyne sarebbe il problema del Napoli? Perché non è prestante atleticamente? Eppure, in queste prime giornate è spesso risultato tra i giocatori azzurri con più chilometri percorsi. È un problema di spogliatoio? Proprio questo no: si è presentato con grande disponibilità, come testimoniato in precedenza da Oriali e Conte, ha accettato di ricoprire un ruolo diverso, a Manchester nella sua partita è uscito dal campo dopo 20 minuti senza proferir parola. E il siparietto con Conte a San Siro?Ha detto qualcosa ma non ad alta voce, poi è andato dritto in panchina, in silenzio”, ha raccontato il bordocampista DAZN Tommaso Turci. Il caso di Milano è stato ingigantito e in questo le parole di Conte nel post forse non hanno aiutato .

Dove sta allora il vero problema? Le heat map a fine articolo lo evidenziano chiaramente: De Bruyne gioca molto più lontano dalla porta avversaria. Pur mantenendo praticamente invariato il numero medio di tocchi palla rispetto al City (73.9 contro 72.4 a partita), tocca il pallone in area avversaria solo 1.82 volte ogni 90 minuti, contro i 4.18 del 2024/25 e addirittura i 6.32 del 2023/24. In generale, Kevin è passato da 45 tocchi di media nella trequarti avversaria in Premier League a soli 24 in Serie A. Escludendo i rigori, ha calciato solo tre volte dall’interno dell’area in queste prime sei gare; e se in Inghilterra tirava mediamente da 21,9 metri, oggi questa distanza è salita a 26,2. Ebbene, appare evidente come l’ex City si ritrovi a svolgere funzioni piuttosto diverse, in un sistema di gioco di certo non cucito sulle sue caratteristiche. 

Il problema, quindi, non è che “De Bruyne cammina” o che sia “bollito”. Il talento non può mai essere un problema. Il filone narrativo di queste settimane ricorda quello che riguardava Kvaratskhelia: negli ultimi sei mesi al Napoli, il georgiano era diventato “scarso” e “prevedibile”, salvo poi vincere tutti i trofei al Paris Saint-Germain e piazzarsi dodicesimo al Pallone d’Oro.