Napoli, l’ambizione secondo Conte: confermarsi per costruire un ciclo

Napoli, l’ambizione secondo Conte: confermarsi per costruire un cicloTuttoNapoli.net
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Ieri alle 22:59Notizie
di Redazione TN

Il tricolore cucito sul petto brilla sotto i riflettori del Maradona, ma la luce più intensa, a Napoli, emana da un solo uomo: Antonio Conte. Dopo aver riportato lo Scudetto all'ombra del Vesuvio al suo primo, folgorante, anno di gestione, il tecnico salentino affronta la stagione 2025/2026 con la fame di chi non si accontenta mai. Del resto, la sua carriera parla chiaro: ovunque sia andato, ha vinto, spesso sovvertendo i pronostici e premiando il coraggio di chi ha scommesso su di lui.
Per Conte, la vittoria non è mai un traguardo, ma un punto di ripartenza. E allora la domanda che circola tra i tifosi azzurri è inevitabile: dove può arrivare questo Napoli? Le risposte si muovono su due binari paralleli, consolidarsi in Italia e tentare l’assalto definitivo all’Europa.

Serie A: confermarsi per costruire un ciclo
Vincere è difficile, ma restare al vertice lo è ancora di più. È la legge del calcio, e il Napoli la conosce bene. Dopo un avvio convincente, la squadra di Conte è in piena corsa per confermarsi campione: sei vittorie e una sconfitta nelle prime sei giornate, 15 punti come la Roma e primo posto in classifica per differenza reti.
Il percorso racconta di un gruppo solido e determinato: successi con Sassuolo, Cagliari, Fiorentina, Pisa e Genoa, unico passo falso in campionato a San Siro contro il Milan. Un rendimento che testimonia continuità e capacità di reazione, marchio di fabbrica del tecnico salentino. 

La concorrenza, però, è agguerrita. Alle spalle degli azzurri inseguono Milan, Inter e Juventus, tutte rinforzate per interrompere il dominio partenopeo. Ma è proprio in questa competizione serrata che si misura la forza del “contismo”: Conte non si limita a difendere, punta a consolidare un ciclo.
L'ambizione primaria in campionato è chiara: non solo difendere il titolo, ma imporre un'egemonia. Conte non è un allenatore da exploit isolati; la sua carriera è costruita sulla capacità di creare macchine da guerra programmate per vincere con continuità. L'obiettivo, dunque, è trasformare il Napoli da splendida sorpresa a solida realtà, una potenza del calcio italiano capace di aprire un ciclo vincente. Questo richiede un salto di qualità mentale prima ancora che tecnico.

La squadra ha già dimostrato di aver assorbito i precetti del suo condottiero: intensità feroce, organizzazione tattica maniacale e una resilienza che ha permesso di superare i momenti di difficoltà nel corso della passata stagione. Ora, l'asticella si alza ulteriormente. L'ambizione è dominare il campionato, dimostrare che lo Scudetto 2024/2025 non è stato un episodio, ma il primo capitolo di una nuova, gloriosa, pagina della storia del club.

La Champions League: rompere il tabù per entrare nell'Olimpo
Se la Serie A rappresenta il consolidamento, la Champions League è il sogno, l'ossessione, il palcoscenico su cui consacrarsi definitivamente. È innegabile che la dimensione europea sia sempre stata vista come il tallone d'Achille di Antonio Conte, un tecnico che in patria ha vinto tutto, ma che in Europa non ha ancora lasciato quel marchio indelebile che ci si aspetterebbe da un allenatore del suo calibro.



Per questo, la Champions League 2025/2026 assume un'importanza capitale, sia per il Napoli che per il suo allenatore.
L'ambizione non può essere semplicemente quella di superare la Fase Campionato. Un Napoli campione d'Italia, guidato da uno dei migliori allenatori al mondo, ha il dovere di puntare in alto. L'obiettivo realistico è quello di entrare stabilmente tra le prime otto squadre d'Europa, giocando alla pari contro qualsiasi avversario. La prima giornata, in casa del Manchester City, è stata severa ma istruttiva. Per il Napoli, però, la missione è più ampia: competere con le big d’Europa, conquistando una stabilità tra le prime otto del continente. La rosa costruita da De Laurentiis e dal tecnico offre soluzioni multiple: giocatori d’esperienza, duttili e capaci di adattarsi alle rotazioni necessarie tra Serie A e coppe.

La mentalità europea richiede equilibrio e freddezza: cinismo sotto porta, capacità di soffrire e lucidità nei momenti chiave. È su questi dettagli che Conte lavora quotidianamente, modellando un Napoli camaleontico, capace di alternare pressione alta e compattezza difensiva. L’obiettivo non è più essere una mina vagante, ma una realtà riconosciuta del calcio europeo.

La terza via: l’evoluzione tattica di Conte
Gli imprevisti fisici di inizio stagione hanno spinto Conte a studiare nuove soluzioni. Con Lobotka e Politano ai box, entrambi usciti malconci dalla sfida col Genoa, il tecnico ha testato un 4-2-3-1 alternativo, con Lang o Elmas pronti a occupare la zona centrale alle spalle di Hojlund. In mezzo, spazio alla coppia Anguissa-McTominay o al giovane Gilmour, regista d’emergenza.
È un’idea di calcio diversa, più verticale, nata dall’esigenza ma alimentata dalla convinzione. Senza il regista classico, Conte punta su personalità e dinamismo, sfruttando la duttilità dei suoi interpreti. Neres, De Bruyne e Lang offrono varietà offensiva, mentre in difesa si attendono i recuperi di Rrahmani e Buongiorno, fondamentali per la costruzione dal basso.
A Castel Volturno si lavora su più moduli, con la possibilità di passare dal 4-1-4-1 al 4-2-3-1 in corsa. La partita di Torino, il 18 ottobre, segnerà il primo vero banco di prova per il nuovo assetto.

Emergenza e calendario: test di resistenza
Il Napoli ha confermato le lesioni per Lobotka e Politano: distrattiva all’adduttore per lo slovacco, al gluteo per l’esterno. Il centrocampista resterà fermo circa un mese, saltando Torino, Inter, Lecce e la trasferta di Champions contro il PSV. Politano, invece, spera di rientrare in una decina di giorni, in tempo per la sfida ai nerazzurri.
Non è un periodo fortunato per gli azzurri. Esattamente un anno fa, proprio contro il Como, Lobotka fu costretto a fermarsi per un problema analogo. Ora la storia sembra ripetersi, ma il gruppo ha la profondità per reagire. In mezzo, toccherà a Gilmour garantire equilibrio e geometrie.
Il calendario non aiuta: dopo il Torino, arriveranno PSV, Inter, Lecce e Como in rapida sequenza. Conte sa che serviranno rotazioni e soluzioni nuove, ma la solidità mentale costruita in un anno di lavoro è la risorsa più preziosa per superare la fase critica senza perdere terreno.

Obiettivi chiari, sogni concreti
Il Napoli di Conte entra nel vivo della stagione con le idee chiare: in Italia, consolidare il dominio e avviare un ciclo vincente; in Europa, rompere definitivamente il tabù e competere con le potenze del continente.
Con una rosa profonda, una società stabile e un allenatore di carisma assoluto, gli azzurri hanno tutto per ambire al massimo. L’epoca dei rimpianti è finita: inizia quella della consapevolezza, della forza e dell’ambizione.