Da 0 a 10: le pile speciali di Gasp, il 1° acquisto col ritardo, tre colpi da 120 mln e la rabbia di Gattuso

03.07.2020 15:08 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da 0 a 10: le pile speciali di Gasp, il 1° acquisto col ritardo, tre colpi da 120 mln e la rabbia di Gattuso
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

(di Arturo Minervini) - Zero ai tanti Omero che raccontano la partita. Non si fa riferimento alla incredibili doti narrativa del poeta greco, ma all’origine letterale del nome: "colui che non vede”. A leggere-sentire certe analisi parrebbe che il Napoli sia stato asfaltato dall’Atalanta, travolto da quest’onda nerazzurra che ora va tanto di moda. Basterebbe collegarsi ad un sito qualunque di statistiche per rendersi conto di essere in errore. Non è stata una squadra lucida e brillante, ma a lunghi tratti il Napoli ha dato un segnale di grande continuità sul piano dell’organizzazione. Comprensibile l’astinenza da teorici dell’apocalisse, ma tutto pare un tantino smodato. 

Uno a zero ed il Napoli comprende. Si rende conto che la Champions è andata e dopo un mese di tensione enorme, prende fiato. E contro questa Atalanta che sembra averne (di fiato) più di tutte le altre 19 squadre di A messe insieme non puoi permetterti pause di riflessione. Non è il caso di fare drammi. È un percorso ancora lungo, ma il segnale più importante è arrivato prima dal campo e poi dalle mosse del club: altro che ridimensionamento. Questo Napoli vuole continuare ad essere protagonista.

Due epoche a confronto. Da una parte il Napoli sembra essere connesso con un modem 64K che fa più rumori di uno shuttle che cerca parcheggio a San Pasquale, dall’altra l’Atalanta pare testare una rete progettata da Elon Musk che viaggia più veloce della luce. Com’era lo spot anni ’90 della Duracell dei coniglietti che alla distanza si scaricavano ed uno solo continuava a darci dentro? Ecco, questa è la situazione attuale della Serie A. Ma che pile usa la squadra di Gasperini?

Tre punti dalla Roma che resta lì, a portata di vittoria. E domenica sera l’occasione è invitante, perché educare la mente a nuovi stimoli è l’unica strada per allevare una mente che sa vincere. Che dell’accontentarsi non sa che farsene. Che trova nel quotidiano una nuova sfida, un passo in più. La ripetizione del gesto rende uno sportivo competitivo. La ripetizione ossessiva della disciplina lo rende vincente. Come un Cicerone che ripete la sua orazione davanti allo specchio, ogni santissimo giorno.

Quattro minuti di apnea. Una scena così l’avevamo già vista contro l’Udinese, perché Ospina quando distribuivano il coraggio era il primo della fila. David si lancia sprezzante del pericolo su ogni pallone che vaga in area ed ancora una volta rischia. Altra botta alla testa, questa volta meno grave rispetto a quella precedente. Per chi è nato a 11 chilometri da Medellìn, questa è robetta. Ti aspettiamo presto.

Cinque a Fabiàn, perché da lui certe cose sono meno accettabili. Sul groppone si porta un talento che fa provincia, ma in certe situazioni deve pur comprendere che l’istinto primitivo di spazzare via la palla più lontano possibile può salvarti la pellaccia. Sospeso nell’attesa, finisce per cambiare sfigurare il volto di una gara che il Napoli aveva sino a quel punto gestito. Indolenza ispanica che ogni tanto riecheggia tra il cammino letterario dello scrittore nativo di Los Palacios y Villafranca. In mondo ossessionato dall’andare veloce, la calma è un bene da preservare. Sempre. Anzi, facciamo quasi sempre. 

Sei a Gattuso che si affida al metodo più antico del mondo: Mazz’ e panell’ fanne ‘e figli bell. Filosofia intrisa nelle parole post-gare del tecnico, che dopo averla coccolata per mesi torna a bacchettare la squadra per l’atteggiamento in campo. Voleva un Napoli cinico e concentrato, si è ritrovato una squadra col peccato della sufficienza e che ha sentito emotivamente la voglia di rivalsa contro l’Atalanta. 

Sette presenze in campionato in maglia Napoli per Politano ed un grande ‘però’. Un vorrei ma non posso latente, un piccolo punto interrogativo che resta ancora sospeso sulla testa di Matteo come una spada. Prova il dribblig, ma non dribbla. Cerca l’assist, ma non assiste. Si impegna, tanto. Al momento, però, resta pesce fuor d’acqua e tra la funzionalità di Callejon e la sua c’è la stessa distanza che si crea tra una donna ed un uomo con un calzino bianco di spugna abbinato ad un sandalo di fabbricazione teutonica.

Otto alle idee, che ora devono tramutarsi in realtà. Lanciato verso il futuro, il Napoli torna sulla strada che lo ha portato ad un passo dal tricolore. Nessuna caccia a nomi arrugginiti, scouting sui fenomeni del domani. Dominik Szoboszlai è un 2000, segna e serve assist a raffica ed porta con se un fascino da predestinato che ti colpisce. Di Osimhen si è detto tutto e di più, qualcuno lo accosta a Weah e solo il nome fa tremare i polsi. Cengiz Under è un ’97 che sta lì lì per esplodere, deve solo trovare il giusto universo per brillare. Circa 120 milioni da spendere per un viaggio nel domani. Se il Napoli dovesse prenderli tutti e tre organizzo visita guidata al Santuario di Lourdes. Si parte da sotto casa mia. La destinazione verrà raggiunta a piedi. Preghiamo.

Nove scampagnate da evitare. È l’altro monito di Gattuso, i compiti a casa da svolgere durante il viaggio di ritorno. La lezione da ficcarsi nella testa, perché questo rush finale può essere lo spazio ottimale per prendere la rincorsa per il campionato che sarà. Ricordate il girone di ritorno del Napoli di Sarri prima dell’anno dei 91 punti? Le gare che restano da giocare ci diranno tanto della squadra che vedremo, degli uomini su cui punteremo. E su quelli che invece bisognerà lasciare andare…

Dieci a Lozano. Sì, se lo merita. Confinato nel suo limbo, pronto a varcare la soglia della porta dove bisogna lasciarsi alle spalle ogni speranza. Appallottolato come carta straccia da una critica che non vedeva l’ora di massacrarlo, senza avere elementi necessari per giudicarlo. Eccolo, l’Hirving che conoscevamo, che danza sulla linea di fondo rievocando le zingarate di Allen Iverson ai tempi dei ‘76ers. Che lascia di stucco Toloi, pietrificato da Medusa. Questo Lozano qui può essere un grande acquisto, con dodici mesi di gestazione come un lamantino. In natura ogni parto ha i suoi tempi. Fiocco rosa in casa azzurra: bienvenido Chucky.