Verdi: "Napoli poteva cambiarmi la carriera, ma non sono pentito. Nessun club dietro la scelta, ho sbagliato anche io"

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"I nomi di Riva, Virdis e Paolo Rossi le dicono qualcosa? Sì, che non sono stato l’unico stupido a dire no a una grande…". Inizia così l'intervista da Simone Verdi al Corriere della Sera oggi in edicola. L'ala del Bologna, che ha detto 'no' al Napoli nella sessione invernale di mercato, torna sulla vicenda che ha tenuto banco per settimane durante la sessione di trattative cosidetta di "riparazione". "Scherzi a parte - si confessa Verdi - io non ho detto no al Napoli, ho detto sì al mio percorso al Bologna: non potevo andarmene a gennaio dopo tutta la fiducia che ha riposto in me quando venivo dalla retrocessione col Carpi. Si è montato un caso molto più grande del dovuto. Ho dovuto sentire tante falsità, cose brutte persino sulla mia famiglia e sulla mia fidanzata, che avrebbero interferito nella scelta. Poi ho sbagliato anch’io. Avrei dovuto intervenire subito per spiegare e calmare le acque: invece la mia riservatezza, che ritengo un pregio, ha peggiorato la situazione". 

A BOLOGNA FINO A GIUGNO. Verdi spiega di essere legato al progetto Bologna, ma solo per altri sei mesi. "L’offerta del Napoli - dice - poteva cambiare la mia carriera, lo so. Ma, dopo avere giocato già in sei squadre, a 25 anni qui ho trovato per la prima volta la mia casa calcistica. Sento di avere un progetto da condurre fino a giugno. Poi? Adesso pensiamo al presente, è meglio…". Ma a chi sostiene che ci sia qualche club importante (Juve, Milan o Inter) dietro il suo "no", Verdi risponde: "Mi viene da ridere. No, nessuno muoveva i fili. So ragionare da solo".

Infine Verdi rivela anche i toni della telefonata con Sarri: "Una telefonata amichevole. Ha capito, con molta serenità e sensibilità". Pentito della scelta? "Neanche per un attimo. Tutto questo casino per poi cambiare idea?".