L'Angolo Sarrista - Il curioso caso del rendimento di Zielinski: questione di fascia o di posizione?

Analisi tattica di Napoli-Shakhtar
22.11.2017 18:00 di Jacopo Ottenga   vedi letture
L'Angolo Sarrista - Il curioso caso del rendimento di Zielinski: questione di fascia o di posizione?

A fine primo tempo le impressioni erano queste: “Sono poco motivati, è chiaro, ormai pensano al campionato”. Difficilmente il Napoli tuttavia avrebbe lasciato questa competizione senza nemmeno provarci, specie davanti al proprio pubblico, senza dimenticare inoltre come l’Europa League sia ben più dispendiosa della Champions, e questo Sarri lo sa bene.

La prima frazione di gara in effetti è stato molto simile alla gara d’andata giocata a Kharkhiv: Napoli lento e prevedibile a causa di un’egregia fase difensiva degli avversari, Shakhtar pericolosissimo in contropiede grazie alle invenzioni dei suoi sudamericani. Rispetto a settembre il Napoli magari sarà un po’ più stanco, ma è indubbio come in queste settimane abbia raggiunto una solidità difensiva davvero invidiabile. Il pressing alto e organizzato congegnato da Sarri ieri è servito ad esempio a mettere in luce le evidenti difficoltà degli ucraini quando si tratta di uscire dal basso palla al piede.

Sui rilanci dal fondo il Napoli pressava molto alto con il proprio tridente, lo Shakhtar ha così scelto di allargare i due centrali per favorire l’abbassarsi di entrambi i mediani e allo stesso tempo alzare i due terzini Butko e Ismaily. Nonostante la superiorità numerica (è un 4 vs 3: c’è Rakitskiy non inquadrato sulla linea di Ordets) Pyatov non se la sente di rischiare e decide di scavalcare la pressione azzurra con un lancio lungo (al termine della gara saranno ben 32 i passaggi lunghi!) in direzione di Ismaily sfruttando il mismatch di centimetri con Zielinski. Una scelta che evidenzia come il portiere ucraino conosca perfettamente non solo i propri limiti tecnici ma anche quelli dei suoi compagni (solo Fred e Rakitskiy hanno la qualità per dialogare anche sotto pressione), non a caso in quelle poche occasioni in cui gli ospiti hanno provato ad uscire dalla propria area palla a terra sono stati poi subito costretti ad una spazzata per non rischiare di perdere il pallone.

Ma anche gli uomini di Fonseca hanno indubbiamente svolto una eccellente fase difensiva, almeno fino alla prodezza di Insigne, che ha inevitabilmente cambiato l’inerzia della gara.

Diamo uno sguardo alla disposizione degli ospiti. Ferreyra accenna un timido pressing sui centrali azzurri, Taison segue a uomo Diawara, Stepanenko resta un po’ più dietro per intercettare un possibile pallone tra le linee in direzione di Mertens, mentre gli esterni Marlos e Bernard sono molto stretti per cercare di chiudere, coadiuvati da Fred, tutte le linee di passaggio centrali e escludere così dal gioco Hamsik e Zielinski. In sostanza lo Shakhtar si è chiuso centralmente per indurre il Napoli a giocare sulle fasce sfruttando l’assenza di un vero e proprio terzino di spinta come Ghoulam o Mario Rui.

Il Napoli ha provato inizialmente ad infrangere questo solido blocco centrale, ma la circolazione di palla troppo lenta ed alcune pericolose palle perse da Diawara hanno esposto la retroguardia azzurra agli stessi incombenti contropiedi che erano costati la sconfitta all’andata. Sarri così ha immediatamente dato mandato ai terzini di proporsi con maggiore frequenza. Chiriches e Albiol, come spesso accade, sono diventati i principali registi (sono stati infatti i due giocatori ad aver effettuato più passaggi: 87 e 77), e hanno iniziato tassativamente a scavalcare in fase di impostazione il centrocampo sviluppando la manovra sulle fasce, soprattutto a sinistra, dove la coppia formata da Hysaj e Insigne, il quale ieri proprio per questo motivo si è accentrato molto meno del solito, poteva avere la meglio sul molto offensivo Marlos ed il malcapitato e alquanto modesto Butko.

Queste heatmaps relative ai primi 45 minuti servono ad avvalorare quello che abbiamo appena detto. Oltre ad evidenziare le consuete triangolazioni sulla sinistra con l’ausilio di capitan Hamsik, sottolineano l’insolita e costante spinta sulla destra di Maggio, e la continua ricerca della profondità di Callejon. Osservano l'heatmap potremmo parlare inoltre ancora una volta di “Buco Zielinski” o “Zielinski non pervenuto”, ma saremmo imprecisi, vediamo perché. Il polacco nel primo tempo ha perfezionato solamente 24 passaggi con una percentuale di precisione dell’86%, numeri perfettamente in linea con quelli di un centrocampista meno tecnico come Allan. Rispetto alle altre gare però, specialmente quella d’andata, Zielinski ha mostrato segnali di crescita e dimostrato maggiore personalità in entrambe le fasi. Per dirla in breve: si è nascosto molto meno, cercando di smarcarsi dalla marcatura di Bernard ed offrire ai propri compagni un appoggio sicuro.

Perché allora ha toccato ancora una volta così pochi palloni? Il motivo è semplice. Giocando a destra al posto di Allan, il polacco viene chiamato in causa perlopiù in veste di semplice spondista. Partecipa al classico giro palla con pochi tocchi, passaggi di prima semplici e in sicurezza. A volte prova ad inventare ma non trova da quel lato compagni particolarmente abili in spazi stretti, tuttavia riesce comunque ad essere prezioso con imbucate, tiri da fuori ed inserimenti. È solo a sinistra quindi che Zielinski può riuscire a sfoderare con naturalezza le proprie doti di rifinitore, sentendosi molto più presente nella manovra, disponendo di più palloni giocabili e di maggiore tempo di gioco. Lui è uno di quei giocatori a cui piace sentire il pallone sotto i piedi, e non a caso, a seguito del suo spostamento a sinistra, anche se in un ruolo non suo (non ha la capacità di attaccare il fondo e i movimenti da esterno), sono considerevolmente aumentati i numeri relativi a passaggi, precisione e dribbling, e, grazie alla sua spiccata abilità ad infilarsi negli spazi, è riuscito anche a trovare il gol.