Scudetto e cittadinanza, ma Spalletti punge ancora ADL. Perché offuscare quel bellissimo ricordo?

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Ieri alle 23:30Notizie
di Antonio Noto

Lo scudetto vinto nel 2023 ce l’ha tatuato sulla propria pelle, ma l’ex tecnico azzurro Luciano Spalletti non perde occasione per raccontare il suo rapporto poco idilliaco con Aurelio De Laurentiis. In diverse interviste, l’ultima rilasciata oggi, l’ex ct delle Nazionale non si dimostra tenero nei confronti del suo ex presidente.

In tutta la mia storia a Napoli, ho giocato due partite contemporanee: quella con gli avversari e l’altra con il presidente. Un confronto costante, spesso al confine dello scontro”.

Per me era diventato difficile, ormai il Presidente aveva preso il sopravvento. Mi aveva un po' 'bisticciato' da tutti i punti di vista. Non aveva mai parlato di rinnovo di contratto, di un qualsiasi regalo per farmi capire che mi voleva bene. Una volta con una giornalista si arrivò a dire ‘Il campionato con il Napoli lo avrebbe vinto anche lei da solo’ (riferito a De Laurentiis). Una cosa che non si può sentire da un Presidente. Un'altra volta in conferenza disse: 'Spalletti rimane, lo dico io'. Allora pensai: 'Perché?'. Potevo rimanere anche senza allenare".

"Il primo anno a Napoli vivevo in albergo, nella camera affianco a quella di De Laurentiis. Qui c'era De Laurentiis e affianco c'ero io. Quando rientravo a casa la sera, dopo cena, mandavo un ragazzo su a vedere se ci fosse il presidente in corridoio.... Non volevo incontrarlo? "Beh... incontrarlo prima di andare a letto... (ride ndr)".

La stagione dello scudetto … il presidente mi scrisse … ‘Puoi andare dodici punti da solo in testa, carica i ragazzi!’ … Gli risposi: ‘Grazie del prezioso consiglio, presidente, ne terrò conto’”.

Dalle esternazioni di Spalletti è indubbio che la “convivenza forzata” con un altro uomo dal carattere forte non sia stata per lui facile. Ma proprio a De Laurentiis, che gli diede una panchina dopo due anni sabatici, anche contro il volere della piazza napoletana, il tecnico di Certaldo deve il suo più grande trionfo da allenatore. Un successo che ha portato Spalletti ad allenare la Nazionale, sogno di qualsiasi tecnico italiano. Senza dimenticare il rapporto instaurato con la città di Napoli, che l’ha portato ad essere insignito della cittadinanza napoletana. E allora perché continuare e offuscare quel bellissimo ricordo lasciato?