TN - Pres. Serino: "In ogni gara razzismo, penso a ritiro dal campionato. Serie A e istituzioni intervengano, situazione preoccupante"

28.01.2019 17:25 di  Dario De Martino  Twitter:    vedi letture
TN - Pres. Serino: "In ogni gara razzismo, penso a ritiro dal campionato. Serie A e istituzioni intervengano, situazione preoccupante"

(di Dario De Martino) “Ora basta, non se ne può più”. Lo ripete come un mantra Donato Trotta, presidente del Serino Calcio che ha deciso di ritirare la squadra dopo che l’arbitro della gara contro il Real Sarno ha espulso il portiere della sua squadra Gueye Ass Diail dicendogli ‘Vattene negro’. “In ogni partita siamo costretti  a sentire insulti razzisti ai nostri calciatori di colore che arrivano dagli spalti. Stavolta addirittura è successo con un arbitro. È un qualcosa di intollerabile” dice il presidente Trotta a Tuttonapoli.net. 

IL PIANTO E IL SILENZIO. Trotta racconta il momento della decisione di ritirare la squadra: “Eravamo intorno al 77’ e subito dopo il cartellino rosso sono sceso negli spogliatoi. Ho visto il ragazzo piangere e mi ha detto: ‘Presidente io mi sono scocciato, ogni domenica questi cori. Me ne voglio andare’. Così ho deciso di ritirare la squadra. L’arbitro non ha detto una parola rispetto a questa scelta”. E così la gara è terminata: 3-0 a tavolino per il Real Sarno, punti di penalizzazione per il Serino. Dalla Lega e dai vertici della classe arbitrale, invece, “nemmeno una telefonata, neanche un messaggio di scuse, nonostante il clamore mediatico che ha suscitato la vicenda” dice ancora il presidente del Serino. È assai amareggiato il patron Trotta, tanto che sta pensando di “ritirare la squadra dal campionato. Lo decideremo stasera in una riunione”. Ma l’amarezza più grande va al di là del calcio: “Questo accanimento contro i ragazzi di colore è molto molto preoccupante. Ogni volta che giochiamo fuori casa siamo costretti ad ascoltare questi insulti razziali. Di questi tempi è un qualcosa di molto preoccupante. Siamo nei giorni della memoria, l'antisemitismo è nato così come sta crescendo il razzismo di questi tempi. È molto preoccupante”. 

L’ABBRACCIO DELL’AFRONAPOLI. La situazione drammatica del razzismo sui campi di provincia è ben nota sui campi di provincia. Lo sanno bene, ad esempio, all’Afro Napoli United, il club di Mugnano che unisce i ragazzi di Napoli con i tanti ragazzi provenienti dall’Africa che ci sono a Napoli e nella provincia che cercano riscatto nel calcio. Asse, detto la “Pantera nera”, ci ha giocato nell’Afro Napoli United. Su Facebook il ds dell’AfroNapoli Pietro Spaccaforno ha ricordato l’esperienza di Asse con il suo club: “Era e penso lo sia ancora, un ragazzo molto timido e introverso tanto che, se l’errore era grave, c’erano i suoi occhi lucidi a dimostrarti di aver accusato il colpo. Asse era uno che il peso di quell’errore lo sentiva proprio, ma i tempi dei campi di calcio non permettono di stare a rimpiangere i momenti no e lui, para rigori per eccellenza, ritornava in campo, si rimboccava le maniche e ti faceva capire che quella porta l’avrebbe comunque difesa coi denti”. Per questo anche dall’AfroNapoli, attraverso Spaccaforno, è arrivato l’abbraccio per Asse: “Ho rivisto piangere quel portiere, indiscusso protagonista delle nostre prime tre promozioni, e mi sono ritornati in mente gli abbracci e le parole di conforto che gli dicevamo qualche anno fa. Siamo tutti con te fratello mio, lo siamo stati e lo saremo, non saranno stronzi del genere a farci smettere di sognare”.

L’IMPORTANZA DEI MESSAGGI DELLA SERIE A. L’esperienza dell’Afro Napoli e quella del Serino confermano la difficoltà per un ragazzo di colore di giocare sui campi delle serie minori. L’esempio della serie A, in questo senso, potrebbe essere fondamentale. “Sarebbe importantissimo che arrivassero segnali diversi dalla serie A. Se io fossi stato in Koulibaly contro l’Inter sarei uscito dal campo. Invece quel cartellino rosso sventolato in faccia a Kalidou è stato un brutto segnale per la lotta al razzismo, soprattutto per chi queste battaglie le combatte tutti i giorni sui campi di categorie inferiori e senza clamore mediatico” dice ancora il presidente del Serino Donato Trotta. In questo senso, invece, le parole di un allenatore ai vertici del mondo del calcio come Carlo Ancelotti sono importantissime. Ma per Trotta “La lotta al razzismo non può essere più combattuta con iniziative portate avanti dai singoli. Serve l’intervento delle istituzioni, bisogna individuare i razzisti e tenerli fuori dal calcio” la richiesta del patron del Serino che conclude, amaramente “bisognerà vedere se c’è qualcuno che ha gli ‘attributi’ per applicare questi concetti, qualcuno che conti di più del Serino. Altrimenti il nostro resterà soltanto un messaggio che tra 15 giorni ricorderanno in pochi”.