Da 0 a 10: Ancelotti 'sgancia' la bomba, gli incubi di Milik, la distruzione social di Lozano ed il caso del vecchio guerriero

Calcio Napoli: Insigne in tribuna, Ancelotti parla di scelta tecnica. Milik, quanti errori! Callejon divora la rete vittoria, Lozano in ombra
03.10.2019 13:59 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da 0 a 10: Ancelotti 'sgancia' la bomba, gli incubi di Milik, la distruzione social di Lozano ed il caso del vecchio guerriero
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

(di Arturo Minervini ) - Zero alla fiera internazionale del succo gastrico, che al confronto fare un giro con Homer Simpson alla sagra del peperoncino piccante del Guatemala è come mangiare riso in bianco. In un orario orribile il Napoli decide di non essere da meno, scombussolando il metabolismo dei tifosi ed il suo, con una gara a lunghi tratti causa di forti mal di stomaco. Poco da salvare in un match giocato da tutti in punta di piedi, con la presunzione inaccettabile di chi travalica la linea sottile tra consapevolezza e superbia. A dominare oggi è la delusione e “Le delusioni sono come la digestione: ognuno ha i suoi tempi!”. 

Uno l’infortunio, quello di Mario Rui, che obbliga ancora una volta Ancelotti ad un cambio forzato. Tema, quello dei guai muscolari, che sta diventando di stretta attualità e che lascia qualche piccola perplessità e paura per il futuro. Per anni il Napoli era sempre in fondo a questa classifica, negli ultimi mesi il trend si sta invertendo. Che qualcuno si interroghi sui motivi…

Due bombe lanciate da Ancelotti prima del match: Insigne e Ghoulam in tribuna. Se Faouzi è in evidente (e preoccupante) ritardo di condizione, la scelta su Insigne ha il sapore della bacchettata, confermata anche dal tecnico ‘L’ho visto poco brillante’. È un chiaro segnale al Capitano, una chiamata alle armi che sa di Point Break: ora si cambia registro. Al di là della considerazione banale che una scelta andava fatta visti i limiti imposti dalla Uefa, è chiaro che se pensi di poter fare a meno di quello che in teoria dovrebbe essere il tuo leader in una gara come questa, qualche problemino ci deve essere. Ora ci sono due possibilità: far finta di nulla e nascondere la polvere sotto al tappeto, oppure guardarsi negli occhi da UOMINI e chiarire tutto quello che c’è da chiarire per ripartire. Io opto per la seconda strada.

Tre occasioni che si saranno riproposte come un Poltergeist nella notte di Arek Milik, un climax discendente che non ha nulla di poetico. Uno spirito rumoroso che ti sussurra nell’orecchio, che ruba la tua serenità e scopre a ciclo continuo il sipario sulla tua gara da incubo. Il polacco ha il merito di esserci, di fare i movimenti giusti ma implode quando c’è da compiere l’ultimo passo, quello in apparenza più semplice. Quegli occhi chiusi sull’ultima clamorosa occasione che gli capita sulla zucca, raccontano di una paura che lo avvolge, di una trappola mentale che lo risucchia ogni volta che prova a liberarsene. Troppo brutto per essere giudicabile sul piano tecnico, sul piano psicologico c’è una fragilità che ora è il punto interrogativo più grande sul suo domani. 

Quattro punti in classifica e zero reti subite in due gare. Bisogna trovare la forza di inseguire il ‘lato positivo’ dopo una serata più sventurata di un personaggio del Decamerone. Il primato del girone e quelle statistiche restano dato oggettivo che è ora tettoia sotto cui riposarsi quando cascano critiche con gocce che rischiano di trasformarsi in chicchi di grandine. L’equilibrio non appartiene a questo popolo. È il nostro pregio, è la nostra condanna. Siamo semplicemente noi all’apice del nostro masochismo. 

Cinque meno al presunto Allan che indossa la numero cinque. Dai ‘Diamanti Dentro’ ad un Bandolero stanco col cuore infranto: difficile spiegare questa involuzione che ormai da troppo ha inarcato verso il basso la curva di rendimento del brasiliano. Orfano di una Parigi che non lo ha accolto, di un fuoco che non riscalda, di un progetto che deve tornare a sentire suo. Due errori grossolani che non fanno onore ad un vecchio guerriero che si è smarrito, o meglio ha smarrito la causa che infiammava il suo cuore da combattente. Cercasi scintilla disperatamente.

Sei presenze, 352’ giocati ed un gol. Ogni giudizio su Lozano è sospeso, come un tempo immobile che attende di essere regolato da un grande Demiurgo. C’è il caos nelle ultime settimane del messicano, catapultato in una nuova realtà e frastornato da un esordio fulmineo che alla fine si è rivelato arma a doppio taglio. Ha bisogno di certezze emotive e tattiche El Chucky che in maniera quasi spontanea ha lanciato un disperato appello ad Ancelotti quando ha iniziato a defilarsi sulle corsie. È materiale ancora tutto da analizzare come un episodio di ‘Stranger Things’. Può nascondere cose eccezionali, basta avere la pazienza di aspettare. “Quando apri la porta della curiosità, qualsiasi cosa è possibile”. State ‘Boni!

Sette alla solidità mentale di Meret. Ti aspetti di giocare una gara senza molti affanni, sai che il Genk non è un granché ma quello chti potresti non aspettarti è il rischio che arriva dal fuoco amico. Allan che perde palloni improbabili, che scivola e stende tappeti rossi agli avversari e tu lì, con la testa sempre sul match a fare la cosa giusta come in un film di Spike Lee. Alex risponde presente ed alla sua età è un piccolo attestato di grandezza. 

Otto gare giocate in stagione ed una nuvola di dubbi che si addensa sulla testa. C’è da analizzare diverse situazioni, prendere una boccata d’aria, alzare lo sguardo al cielo e soffiare forte per riaprire al sereno. È un Napoli che non riesce ancora a raccontarsi, a raccontarci di sè, a mettere in piazza la sua anima. È una squadra che nel grande potenziale manca dell’ingrediente più importante: una coerenza di fondo che è l’ancora di salvataggio quando certi meccanismi vanno fuori fase. Non serve fare drammi. Serve lavorare per tirare fuori una struttura definitiva. Non negli uomini, ma nelle idee che rappresentano l’impalcatura di un palazzo che mostra ancora il cartello ‘Lavori in corso’. 

Nove ad alcuni punti fissi. Manolas e la sua fisicità si stanno inserendo come iniezione di adrenalina nelle vene azzurre, effetto rigenerante che sarà fondamentale nel corso della stagione. Di Lorenzo sembra uno di quei tuttofare che hanno il curriculum su LinkedIn, capace di essere funzionale ad ogni scopo e rispondere ad ogni criterio di ricerca. Anche spostato a sinistra per le difficoltà di Malcuit risulta impeccabile. Giovanni è come l’Angelo vicino di casa di Troisi in Ricomincio da tre ‘Sapeva fare: l'addizione, la sottrazione, la moltiplicazione, la divisione e suonava pure il pianoforte!’.

Dieci che non c’è e che poteva esserci. Poteva essere di Milik se fosse stato più cattivo. Poteva essere di Callejon, che spara a lato con tutta una porta davanti e con tre punti già in tasca. Poteva essere di Ancelotti, che indovina il cambio giusto e invece esita nelle scelte. È la notte di quel che poteva essere e non è stato. È la notte dei soliti massacrati e di quelli che vengono sempre preservati dalla critica. È la notte dei rimpianti, del senso di incompiuto e di un necessario esame di coscienza. Di tutti. Senza nessuno che possa ritenersi esente da piccole o grandi responsabilità. Allenatore compreso.