FOCUS - Perché l'Arsenal ha dominato il Napoli? Le mosse di Emery ed Ancelotti ed il ritorno...

Analizziamo dal punto di vista tattico le scelte di Emery ed Ancelotti
13.04.2019 08:10 di  Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
FOCUS - Perché l'Arsenal ha dominato il Napoli? Le mosse di Emery ed Ancelotti ed il ritorno...

di Antonio Gaito - Approccio, mentalità, carattere, condizione. Sono solo alcuni dei temi (inutilmente) discussi dopo la sconfitta di Londra ed in generale quando nel calcio - spesso per mancanza di conoscenza dei valori in campo o di analisi della gara - non si riesce a dare una spiegazione a determinate prestazioni. Il 2-0 è persino benevolo col Napoli perché non rende l'idea della sofferenza soprattutto del primo tempo. Come accade quasi sempre, le spiegazioni sono legate a questione tecniche e tattiche - di cui si parla sempre meno in Italia - e non a livello mentale coi soliti riferimenti stucchevoli e surreali a concentrazione, grinta o persina alla condizione fisica quando il Napoli invece ha finito in crescita e l'Arsenal con mezza squadra a terra al fischio finale con i crampi. E se delle componenti mentali poi sono subentrate, a partire da sfiducia o nervosismo, è solo in seguito per il ripetersi di errori tecnici o strategici che proveremo ad analizzare.

LA SERIE A INGANNA - Tutto nasce dai disastri nell'uscita difensiva. E se il Napoli in questo aspetto in Italia viene ritenuto il top sin dagli anni di Sarri, non si può non partire da una considerazione generale sul nostro calcio, ormai lontano da quello europeo, al punto che il tuo forte in campionato diventa deleterio in Europa visto che il Napoli non è riuscito a trovare alcun modo per giocare il pallone all'Emirates e che quindi non poteva che perdere non avendo fisicità o difesa palla per fare altro. Questione di poca abitudine ad affrontare ritmi, intensità e fisicità di livello europeo. Al punto da sorprendere la squadra che s'è ritrovata a soffrire su aspetti dati per acquisiti e su cui punta ogni domenica nel cortile di casa. In Serie A però non si va oltre un'uscita a basso ritmo, con tanti tocchi, più per far venire fuori l'avversario rintanato.

LA SCELTA DI ANCELOTTI - Certo delle qualità della sua squadra e nonostante le peculiarità dell'avversario, Carlo Ancelotti ha puntato proprio tutto sulla costruzione dal basso, esasperandola, andando a sfidare il pressing alto di stampo inglese dell'Arsenal, pensando di eluderlo anche nei pressi della propria area ed a quel punto aprirsi il campo e colpire la difesa di casa inadatta all'uno contro uno in velocità, ma in realtà finendo per prendere gol proprio su palle perse in uscita e rischiandone almeno altri tre. Strategia in realtà riuscita all'Emirates solo al City ad agosto (è l'unica sconfitta interna dei gunners in Premier). Nella conferenza stampa post-partita Ancelotti nel merito è stato sincero: "Sapevamo della loro pressione, dovevamo uscire da dietro e poi attaccare in verticale, perciò ho scelto i piccoli. Ma non siamo mai usciti, non abbiamo mai raggiunto gli attaccanti. La loro pressione ci ha creato difficoltà, i due gol sono nati da errori nostri, nella ripresa abbiamo cambiato qualcosa e siamo usciti meglio. Ma è calato anche il loro pressing". 

L'APPLICAZIONE - Ancelotti per il suo piano ha scelto di allargare Maksimovic e Koulibaly, alzare più del solito i terzini per avere sulla carta ulteriori scarichi - ma che si sono ritrovati francobollati perfettamente dagli esterni di Emery - e Allan basso tra i centrali. Un modo anche per aprirsi la verticale tra le linee per Zielinski accentrato come sempre nel falso 4-4-2 ed i centrali Allan-Fabian stranamente col piede e la posizione invertita per ritrovarseli rivolti agli uno-due o i triangoli con gli esterni con cui avrebbero dovuto nelle intenzioni risalire il campo, ma che ha portato solo ulteriore confusione (come per la palla persa dallo spagnolo sul gol ed i tanti intercetti subiti nello stretto). 

LA CONTROMOSSA DI EMERY - All-in sulla pressione alta sovra-ritmo senza preoccuparsi di un calo nella ripresa. Non ha impedito a Meret di scaricare, ha fatto sempre giocare il primo pallone al portiere, in modo da far scattare quanto preparato. Ha sfruttato i tre giocatori offensivi per andare sui due centrali più Allan - e tenerli già posizionati su tutto il fronte offensivo per andare in porta subito dopo l'eventuale recupero di un centrocampista -, alzando la linea difensiva per non perdere mai le distanze, facendo male soprattutto con la superiorità numerica in mezzo e sacrificando Maitland-Niles per seguire qualsiasi aggiustamento della posizione di Mario Rui, spesso principale chiave d'uscita dall'arrivo di Ancelotti (tenuto al minimo di tocchi stagionale, 51, e su questi al minimo di precisione, 74%), finito però fuori dal match tecnicamente e forse anche mentalmente ai ripetuti errori.

A parti inverse invece tutto facile per l'Arsenal. Emery ha risposto con 3 difensori larghi ed i due centrocampisti centrali allineati. Con soltanto due attaccanti, il Napoli s'è dovuto scoprire troppo per alzare la pressione. Alzandosi Allan su Torreira, Emery ha sfruttato Ozil da trequartista per accorciare e ricevere proprio alle spalle del brasiliano, ritrovandosi addirittura libero più volte per puntare indisturbato l'area , portando i centrali ad uscire e rompere la linea. L'inefficacia ha poi portato il Napoli ad evitare la pressione, tenendo compatte le due linee da quattro per limitare i danni.

ROSA INFERIORE E MERCATO - Difficoltà e mancanza di piano B andrebbero anche approfondite per costruzione della rosa, valore della stessa e mancanza in queste fasi sofferte di giocatori con caratteristiche di 'soccorso' come forza fisica, strappi e gioco aereo per poter lanciare (lo stesso Milik avrebbe potuto far poco di più contro i tre centrali dell'Arsenal perché ha altre caratteristiche: vince 1,3 duelli aerei a partita, poco se pensiamo che un giovane come Kouame ne vince 4,9 di media a partita, Mandzukic 3 ed un mediano come Milinkovic 3,1. Caratteristiche che Ancelotti non ha). E la mancanza di Albiol e Chiriches hanno impedito anche di allargare Maksimovic da terzino ed alzare un saltatore nel momento di tilt totale.

PERCHE' LA RIMONTA NON E' IMPOSSIBILE - Dal 45' per i più il Napoli è entrato in partita, s'è scrollato chissà quale paura, ma in realtà c'è assolutamente da sottolineare che l'Arsenal all'intervallo - avendo speso forse più di quanto immaginato - ha scelto di amministrare lo sforzo con meno verticalità, più fraseggio, baricentro più basso per sfruttare in contropiede la voglia di riaprirla del Napoli. L'aspetto che può dare un po' di fiducia è che, nonostante i correttivi, è bastato poco per vederli arrancare ed allungarsi. Al 20' è arrivato il doppio cambio ed al fischio finale in 5 a terra hanno chiesto l'aiuto per i crampi. Sia perché giocheranno lunedì in Premier che per il fattore San Paolo, il ritmo giovedì durerà meno, probabilmente verrà limitato all'inizio per provare a fare subito gol, ma senza andare oltre e rischiare un finale sofferto in apnea fuori casa..

PARTITA A SCACCHI - Altro aspetto che dà fiducia nel disastro generale è l'aggiustamento di Ancelotti sull'attacco alla profondità. Non più verso la porta, sempre letto dai tre centrali dell'Arsenal, ma a tagliare dal centro all'esterno per l'accentramento invece di Zielinski e della punta alle spalle. Esempio: Callejon ha attratto più volte Kolasinac, liberando alle sue spalle spazio per l'attacco di Insigne e costringendo ad allargarsi il centrale difensivo di sinistra Monreal, proprio come in occasione del gol sbagliato di Zielinski che ha a sua volta tagliato verso destra finendo in porta. Segnali di fragilità che l'Arsenal ha dato finora fuori casa, al punto che - tenendo questo baricentro alto e quindi una pressione omogenea - è secondo per rendimento in Premier con appena 12 gol subiti, mentre fuori casa perde distanze e partite e crolla al decimo posto per punti con 28 gol subiti e addirittura 6 ko (oltre a quelli di EL con Bate e Rennes poi rimontati).