L'Angolo Sarrista - Maksimovic a due facce: dagli errori all'indizio positivo sul futuro

L'analisi tattica di SPAL-Napoli
24.09.2017 18:45 di  Jacopo Ottenga   vedi letture
L'Angolo Sarrista - Maksimovic a due facce: dagli errori all'indizio positivo sul futuro

Il Napoli è uscito vittorioso dal Paolo Mazza al termine di una gara piuttosto sofferta. Prima di passare quindi all’osservato speciale Nikola Maksimovic andiamo ad analizzare brevemente il modo in cui la SPAL è riuscita a mettere in difficoltà i partenopei.

Tutte le squadre che affrontano gli azzurri temono di essere colpite centralmente, così molto spesso provano a indurli a giocare sulle fasce e ad andare al cross per avere la meglio sulla minore fisicità di Mertens. Ma il Napoli difficilmente butta la palla in area senza criterio, ed allo stesso tempo ha bisogno di dare ampiezza al proprio gioco per essere meno prevedibile, allargare le maglie difensive e sfruttare gli inserimenti centrali dei centrocampisti e quelli di Callejon sul lato cieco.

La SPAL ieri era molto compatta. Le due punte Borriello e Antenucci invece di attestarsi sulla linea del centrocampo, posizionandosi tra i due centrali e il mediano proprio per tagliare questa linea di passaggio, si sono schiacciate totalmente nella propria metà campo per spendere meno energie e aiutare i centrocampisti a fare densità nella loro zona di competenza. Rispetto alle gare precedenti dunque il playmaker azzurro ha goduto di una maggiore libertà di movimento e non è stato portato a demandare i compiti di impostazione a Koulibaly, il quale non a caso ha toccato solo 64 palloni (abituato invece a viaggiare su una media di 90-100 tocchi a partita).

Nella foto troviamo ben 17 giocatori nel giro di pochi metri. Diawara non è pressato e dialoga tranquillamente con Zielinski. Nei paraggi ci sono Insigne, come sempre molto basso, ed Hamsik, a ridosso del direttore di gara, perfino Callejon tende a venire a giocare dentro il campo, ma a stupire è soprattutto la posizione di Ghoulam, subito dietro Mertens. Manca insomma il riferimento largo a sinistra capace di allargare la difesa avversaria. Zielinski infatti avrebbe il tempo di girarsi ed infilarsi centralmente, ma si ritroverebbe subito addosso Mora, Viviani, uno dei tre centrali, e lo stesso Lazzari che, non inquadrato, si accentra per seguire Hamsik non avendo nessuno da marcare sulla sinistra.

In breve, il Napoli si è dimostrato a tratti pigro nel giocare sulle fasce, accanendosi sulla zona centrale del campo, provando varie volte a servire un Mertens immediatamente raddoppiato e triplicato dai centrali della SPAL. Le pessime condizioni del terreno di gioco tuttavia non hanno permesso agli azzurri di raggiungere quella velocità nella circolazione del pallone in grado di scardinare le marcature e penetrare facilmente in area anche in spazi stretti. Contro squadre così chiuse può essere molto utile l’impiego di una prima punta fisica come Milik, che garantisca un maggiore apporto in termini di sponde e duelli aerei. Non a caso in quei pochi minuti di 4-2-3-1 il Napoli ha creato 4 nitide occasioni da rete.

Veniamo ora alla prestazione della vera novità nell’undici iniziale di Maurizio Sarri: Nikola Maksimovic. Una gara a due facce: un primo tempo complicato ed un secondo in netta crescita. Il serbo non scendeva un campo dall’ultima sconfitta subita in A: il 2 a 0 casalingo contro l’Atalanta dello scorso 25 febbraio.

Tutti conosciamo l’ossessione maniacale del tecnico tosco-napoletano per i movimenti difensivi. Il pallone è il principale punto di riferimento dei difensori, i quali devono sincronicamente alzarsi quando la palla viene giocata orizzontalmente o all’indietro, e indietreggiare invece quando viene giocata in avanti. Il secondo punto di riferimento è costituito dalla posizione dei compagni. I difensori devono restare in linea in modo da azionare all’occorrenza la trappola del fuorigioco, e garantire alla squadra in entrambe le fasi di gioco la giusta compattezza, attestandosi ad esempio sulla linea del centrocampo quando il tridente offensivo aggredisce gli avversari nella loro metà campo. L’avversario dunque rappresenta l’ultima preoccupazione, a conferma di come la difesa di Sarri sia una zona totale.

La foto, più che sottolineare la posizione leggermente arretrata di Maksimovic, non in linea con i propri compagni, lasciando così in gioco sia Borriello che Antenucci in caso di verticalizzazione improvvisa di Viviani, evidenzia come il centrale serbo sia ancora principalmente attratto dall’uomo. Guarda il pallone ma ha bisogno di sentire la posizione di Borriello, difatti gli poggia una mano sulla schiena. Questa insicurezza viene trasmessa anche ai suoi compagni di reparto: non a caso Hysaj sulla destra si è spinto meno del solito, mentre Koulibaly ha cercato poche volte l’anticipo su Antenucci, come preoccupato di lasciare un potenziale due contro uno alle proprie spalle.  

Senza dubbio Albiol, in virtù della sua pluriennale esperienza, offre maggiori garanzie alla retroguardia azzurra. Evidentemente Maksimovic è ancora influenzato da alcuni residui tattici della difesa a 3 di Giampiero Ventura, dimostrando di non aver assimilato del tutto i complessi dettami difensivi di mister Sarri. Per questo ha un gran bisogno di giocare accumulando minuti, fiducia ed esperienza. Sui gol non ha colpe, e dopo un primo tempo di alti e bassi, nella seconda frazione sono arrivati segnali di crescita. La trappola del fuorigioco, complice anche un calo fisico degli attaccanti locali, ha funzionato senza sbavature (merito anche di una maggiore comunicazione e cooperazione tra i due centrali), sono cresciute sensibilmente le sue percentuali di contrasti e duelli aerei vinti, chiudendo con ben 4 palle recuperate (top azzurro assieme a Diawara e Callejon), ha intercettato con tempismo diversi palloni pericolosi in area, ed è apparso meno titubante nelle uscite palla al piede, completando in totale 48 passaggi con una precisione del 96%.