Da Zero a Dieci: ADL con tre acquisti obbligati, la risposta alle provocazioni di Libero, l’orribile pensiero che turba Dries ed il Ronin col numero 7 disperso

11.12.2017 09:18 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da Zero a Dieci: ADL con tre acquisti obbligati, la risposta alle provocazioni di Libero, l’orribile pensiero che turba Dries ed il Ronin col numero 7 disperso

(di Arturo Minervini) - Zero reti segnate nelle ultime due gare, quattro volte a secco nelle ultime otto di campionato. Il Napoli si è inceppato, come un vecchio mangianastri che non gira più alla giusta velocità. Servirebbe una matita per riavvolgere la pellicola, servirebbe ritrovare la giusta musica che nasce nelle vene. Se sei abituato a vivere una vita rock non puoi pensare di sopravvivere andando ad un ritmo così lento. Ricorda un vecchio Monologo di Celentano: “Chi ha fretta è lento. Chi sa aspettare è rock”. Il Napoli è Rock e deve tornare ad esserlo.

Uno il punto dalla vetta. Spalletti continua a stampare frasi tipo Osho sulla sua targhetta, ha pensato bene andando avanti con gli anni che lo schema Mourinho può essere utile strategia di comunicazione. Prima se ne stava quatto quatto in angolo, ora gonfia il petto per una squadra che ha in Santo Samir il segreto di Pulcinella. Con lui giocano sempre gli stessi, ma l’Inter non ha le Coppe e nessuno può dirgli niente. Prospettive di un calcio fatto di mille sfaccettature.

Due partite consecutive al San Paolo con un solo punto raccolto. A Fuorigrotta il Napoli ha giocato 8 gare sino a questo punto, raccogliendo 17 punti. Nello stesso numero di gare l’Inter ne ha fatti 22. In assetto da trasferta le rivali del Napoli assumono assetto anti-sommossa che nemmeno la Swat, Sarri ormai dovrebbe saperlo e dovrebbe pensare a qualcosa di diverso per sparigliare le carte dal mazzo, quando si inizia a snocciolare il solito copione. Il possesso palla non racconta niente in una partita se non viene tramutato in qualcosa di concreto. Resta un canto di usignolo che nessuno può ascoltare, esercizio di stile fine a se stesso. 

Tre zero a zero per le squadre di vetta. Quasi come una donna che ti chiede una pausa di riflessione, anche se ha già deciso di mollarti. Napoli, Juve, Roma ed Inter riflettono sul loro futuro, si studiano ed osservano pregi e difetti l’uno dell’altro. È una partita a scacchi di notevole interesse, che premierà chi saprà volgere lo sguardo oltre il primo orizzonte. Per questo preservare le energie sarà fondamentale. Per questo si chiede con insistenza a Sarri di allargare gli orizzonti, ed anche le rotazioni.

Quattro presenze da titolare in campionato e per la prima volta 90’ giocati. Mario Rui cresce sul piano fisico, ma continua ad avere difficoltà nell’inserirsi delle logiche di quella catena di sinistra privata anche di Insigne. Il punto di forza del Napoli smantellato dal fato, architettura diabolica di un destino che si è divertito a scavare nell’animo azzurro e sfidare le sue debolezze. Come Nicolas Cage in ‘The Family Man’, ritrovarsi all’improvviso catapultato in una vita che non era la tua. All’inizio è un trauma, poi con impegno puoi anche abituarti.

Cinque gare di astinenza pura che nemmeno un monaco buddista ritiratosi in eremo tibetano. Dies casca nell’errore di chi pensa di avere un problema e ne amplifica la portata, un complesso del gol che si manifesta nel cuore di Mertens quando si trova davanti a Sportiello ed ha tutto il tempo per pensare. La leggerezza è un volo dell’animo, un battito d’ali che raccoglie tanta aria solo quando trova nel cuore una risposta di spensieratezza. Fare gol è come perdere peso: più ci pensi più fai fatica a farlo.

Sei alla fantasia del titolista di Libero del quale vorremmo conoscere la sorella, visto che le nostre sono sempre nei suoi pensieri. Pensate di scrivere un titolo stupido, sforzatevi di trovare addirittura il coraggio di riproporlo. Come quel calzino bianco che ti ha reso innocuo al genere femminile per tutti gli anni del liceo e che ti ostini ad indossare anche nel fruttifero mondo universitario. Oscenità che si perpetuano nel tempo, menti che si svuotano e coltelli che pugnalano i cervelli sull’altare di un po’ di chiacchiericcio. Dio è morto, Marx pure, ed il giornalismo sta facendo la stessa fine.

Sette un samurai che ha perso la fede. Callejon è ombra del soldato che aveva fatto della resilienza il suo credo, al punto da sacrificare anche l’ultima bollicina di ossigeno per la causa azzurra. Oggi Josè è un ‘Ronin’, samurai decaduto perché rimasto senza padrone che vaga sull’out destro senza una meta definita, senza uno scopo preciso. Non c’è più il fuoco ad accendere la sua miccia, nella letterina che scriverete a Babbo Natale inserite un pensierino anche per lui. Ridateci il vero Callejon!

Otto due, come il minuto 82 che vede Sarri fare l’ultimo cambio: Diawara per Jorginho. Tutto come previsto, tutto nello schema in una gara che bisognava portare fuori dagli schemi per vincerla. Per il primo cambio bisogna aspettare 75’ ed anche lì, Sarri toglie Zielinski che era stato il più pericoloso. Piccola confusione in una gestione in corso della partita che manca di incisività e creatività che invece abbondano durante la settimana. La fase artistica di Maurizio sembra subire una brusca frenata quando inizia il match e ci sono da gestire emozioni contrastanti. L’evoluzione è il modo con cui il mondo si adegua al cambiamento. La staticità è la strada che porta le specie all’estinzione. La scelta migliore da fare appare piuttosto evidente no? 

Nove a questo mercato di gennaio che si avvicina. Sarà crocevia importante, snodo verità sulle intenzioni del Napoli. La situazione non impone troppi calcoli, la prima parte del campionato parla di un’occasione più unica che rara. Il sogno scudetto è concreto, reale, raggiungibile, al punto che chiamarlo sogno è quasi distorto. Per aumentare le proprie possibilità, il Napoli deve prendere immediatamente un terzino, anticipare l’arrivo di Inglese per dare qualche centimetro da buttare nella mischia e non solo. Serve evidentemente un esterno d’attacco, che conosca già il nostro campionato e non abbia bisogno di troppo tempo. A breve la palla passerà nelle mani di Aurelio De Laurentiis, che non potrà davvero tirarsi indietro. Non questa volta.

Dieci reti subite. Questo è un dato che non va mai sottovalutato, perché bisogna sempre ricordarsi chi si è stati ed i problemi che hanno accompagnato il tuo passato. Avere la miglior difesa del torneo (con Inter e Roma che ha però una gara sin meno) è una bandierina fissata nel monte delle proprie debolezze, primo esercizio virtuoso per diventare una squadra migliore. Aspirare alla completezza è uno degli obiettivi di Sarri, portare ad un livello superiore anche la fase difensiva una missione complessa ma che ottiene risultati sempre più sorprendenti. Il pessimismo è come un mulinello creato nel fondo del fiume, prova a risucchiarti appena decidi di riposare le braccia e smettere di nuotare. Ora Napoli ha due scelte: affievolire quel mulinello o dargli carica con polemiche a volte sterili. Guardiamo avanti, guardiamo a quegli sprazzi di vero Napoli che sono riapparsi contro la Fiorentina. Una parentesi non racconta che una parte infinitesimale di una storia. Ora chiudiamola e torniamo a scrivere pagine di grandezza.