Il clamoroso autogol del Palazzo: Koulibaly occasione per fare la storia con la disobbedienza civile

19.01.2019 17:27 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Il clamoroso autogol del Palazzo: Koulibaly occasione per fare la storia con la disobbedienza civile
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

(di Arturo Minervini) - La disobbedienza civile è un saggio meraviglioso che enuncia un concetto molto semplice: se una legge è avvertita come ingiusta dal popolo, il popolo ha il diritto/dovere di ribellarsi. Di non attenersi alla stessa, di manifestare l’assoluto disprezzo verso una norma che intacca in qualche modo concetti come la dignità e la libertà.

Un principio che ha ispirato gente capace non solo di cambiare il tempo in cui ha vissuto, ma anche il pensiero delle future generazioni. Il Mahatma Gandhi scrisse a tal proposito: "Noi cessiamo di collaborare coi nostri governanti quando le loro azioni ci sembrano ingiuste. Questa è la resistenza passiva”. Al nostro calcio era capitata una situazione che andava sfruttata: c’era una porta vuota ed il pallone da spingere comodamente in rete. Un caso di giurisprudenza da tramandare ai posteri, un estremo atto di liberalità contro la morsa asfissiante del razzismo. E invece, ancora una volta, a dominare è stata la paura o, peggio, idee radicalizzate difficili da estirpare.

"Anche stavolta il sistema, inteso come organizzazione, ha dimostrato di non saper cambiare, punendo la vittima e non il carnefice. Se andiamo avanti così, il calcio rischi seriamente di implodere, di farsi male da solo. Mi vergogno di far parte di questo sistema dal quale uscirò molto in fretta se la FIGC non userà misure drastiche contro il razzismo”. Aurelio De Laurentiis ha esposto alla perfezione la delusione verso chi si è dimostrato incapace di rispondere alle esigenze eccezionali della situazione in esame. Un uomo umiliato due volte, senza tutela da quelli che dovrebbero essere i presunti ‘Custodi’ dei suoi interessi e di quelli di tutti i tesserati.

Occasione mancata. Confermare la squalifica di Kalidou Koulibay è atto di vigliaccheria giuridica, ottusaggine interpretativa. Ribaltare la precedenze decisione sarebbe stato atto liberale ed illuminato, solco fondamentale per una strada che doveva essere tracciata e che invece è rimasta tristemente sbarrata. La guerra al razzismo ancora una volta è rimasta un semplice slogan ‘acchiappalike’ sui social. Come un segno rosso disegnato in faccia per contro la violenza sulle donne, per poi andare a giocare in Arabia Saudita la finale di SuperCoppa. Comanda il denaro. E nessun altro valore conta.